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Scritto da Redazione
Enogastronomia
21 Marzo 2025

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Il cibo dalle campagne, non dai laboratori": è uno dei centinaia di slogan che gli agricoltori di Coldiretti hanno portato fin sotto la sede dell'agenzia per la sicurezza europea a Parma per chiedere che siano eseguiti studi medici clinici e preclinici, prima di dare il via libera ai cibi cellulari e di fermentazione di precisione, per tutti i prodotti compresi quelli già presentati prima del 1 febbraio 2025.Coldiretti è scesa di nuovo in piazza a difesa del reddito degli agricoltori e della salute dei cittadini.   La marea gialla formata da venti mila agricoltori, tanti partiti dalla Lunigiana e dalla costa, ha sfilato per le vie del centro con il tricolore e la bandiera europea, per raggiungere il quartier generale dell'Efsa che si occupa di valutare la sicurezza dei prodotti a base cellulare e rilasciare il parere su cui poi la commissione europea rilascia le autorizzazioni al commercio. A guidare la delegazione provinciale è stata la presidente, Francesca Ferrari. A loro fianco anche tante amministrazioni locali che hanno portato la loro vicinanza e testimonianza fino a Parma: Massa, Mulazzo, Filattiera, Bagnone, Tresana, Fosdinovo. "Non siamo venuti a Parma per protestare contro l'Europa o contro l'Efsa, il cui ruolo noi crediamo debba essere rafforzato, ma per accendere la luce sui cibi a base cellulare ed il tentativo da parte delle multinazionali di staccare la spina della terra dal cibo. I cibi artificiali sono farmaci e come tali devono essere trattati. – spiega la Presidente di Coldiretti Massa Carrara, Francesca Ferrari – La nostra sicurezza alimentare è in pericolo. Siamo gli unici ad sentire il bisogno di accendere la luce su quello che sta accadendo nel silenzio quasi assordante: sfilare dalle mani dei contadini la produzione del cibo che è il presente ed il futuro delle nostre aziende, dei territori e delle nostre comunità".  L'onda gialla che ha invaso Parma alla fine di una lunga mattinata ha incassato le rassicurazioni dell'Efsa che in una nota ufficiale, ha condiviso le preoccupazioni di Coldiretti assicurando che saranno effettuate analisi approfondite e utilizzato ogni livello di studio reso necessario (compresi test pre-clinici e clinici) per ciascun prodotto notificato. Positiva anche la volontà dell'Efsa di operare con totale trasparenza, garantendo l'accessibilità pubblica delle informazioni relative ai prodotti notificati, agli studi richiesti e al processo di valutazione scientifica. Questo aspetto è cruciale per garantire la fiducia dei cittadini e degli operatori del settore agroalimentare."Vogliamo evitare di scoprire tra 20 anni che i cibi artificiali e industriali che oggi troviamo in commercio siano nocivi o peggio ancora cancerogeni. – spiega Stefano Bondielli, giovane imprenditore floricolo. - È troppo chiedere di approfondire e fare studi per capire quali conseguenze hanno nel medio lungo termine sulla nostra salute? Noi crediamo sia un atto dovuto". Il tentativo delle Big Food, le multinazionali, di sostituire il cibo naturale, che proviene dalla terra e dagli allevamenti, con cibi ultra-trasformati o a base cellulare, pronti per il consumo, preparati in laboratorio mescolando anche 20-30 ingredienti, per lo più sconosciuti non piace nemmeno all'allevatore Matteo Pennacchi: "il cibo coltivato in laboratorio è una sostanza farmaceutica e come tale va trattato al momento di concedere le autorizzazioni. Perché un agricoltore oggi è in piazza a protestare? E' in atto un golpe contro il cibo naturale coltivato dagli agricoltori lavorando la terra! Vogliono sostituirlo con pesce, latte e carne in provetta! Noi non lo permetteremo". Non solo cibi artificiali e super trasformati, con la manifestazione di Parma Coldiretti ha incalzato la commissione europea rilanciando le sue proposte per rimettere al centro della sicurezza alimentare comunitaria gli agricoltori. Innanzitutto servono risorse adeguate per sostenere il settore agricolo europeo, da destinare solo ai veri agricoltori, quelli che assicurano la sovranità alimentare al Continente. Investire in agricoltura infatti rappresenta uno strumento concreto di difesa e sicurezza strategica comune per l'Unione europea – ricorda Coldiretti Massa Carrara. Le imprese agricole sono da tutelare con meno burocrazia e più semplificazione, partendo dalla riduzione dell'incomprensibile carico di impegni associato agli eco-schemi. Per garantire la sicurezza alimentare e la trasparenza per tutti i cittadini dell'Unione non è più rinviabile – sostiene Coldiretti Massa Carrara - l'origine obbligatoria del paese d'origine in etichetta per tutti i cibi commercializzati in Europa, partendo dall'abolizione della regola dell'ultima trasformazione sostanziale del codice doganale, che consente, ad esempio, al concentrato pomodoro cinese con una sola aggiunta di acqua di diventare passata made in Italy da vendere all'estero. Proprio per questo la Coldiretti, anche durante la manifestazione, sta raccogliendo le firme per arrivare a 1 milione di cittadini che chiedano di garantire il loro diritto alla trasparenza sull'origine dei cibi che arrivano sulle nostre tavole. La trasparenza sugli scaffali Ue non potrà però essere realizzata appieno senza garantire reciprocità negli accordi internazionali, dove i prodotti alimentari dei Paesi Extra Ue devono assicurare le stesse garanzie di quelli europei in termini di utilizzo di agrofarmaci, rispetto dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori. In tale ottica sono necessari anche più controlli alle frontiere contro le importazioni sleali rispetto a una situazione che vede molti scali europei come autentici "colabrodo" che fanno passare di tutto.

Per informazioni www.massacarrara.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldirettimassacarrara, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca, canale ufficiale YouTube "Coldiretti Toscana" e canale Telegram "coldirettitoscana"

 

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