Ancora una volta, i “nostri” alberi finiscono nel mirino della cosiddetta riqualificazione urbana, che di verde sembra non avere alcuna consapevolezza. In Viale Colombo, all’angolo con Via Modena – nei pressi del discusso progetto “Caravella”, su cui ci esprimeremo presto con un comunicato dedicato – da mesi sono in corso lavori stradali e pedonali. Le immagini parlano da sole: alberi adulti ridotti a elementi ornamentali, relegati in aiuole cementificate, con radici schiacciate, colletto interrato o addirittura coperto da lastre, e superficie completamente sigillata da materiali inerti. Nessun rispetto per le esigenze fisiologiche dell’albero, nessun accorgimento per garantire traspirazione, drenaggio o spazio vitale. Gli alberi risultano circondati da cordoli in marmo e riempiti con sabbia e ghiaia, lasciando al colletto un’apertura minima. Il terreno appare gravemente compattato: una condizione che ostacola la respirazione radicale e impedisce l’infiltrazione dell’acqua. In una delle immagini si nota perfino una lastra metallica appoggiata sul colletto, con conseguente rischio di marcescenze e blocco degli scambi gassosi fondamentali.
Questa non è manutenzione urbana: è una gestione che uccide.Compattazione, interramento del colletto, isolamento delle radici: la ricetta perfetta per l’asfissia radicale e il deperimento. Le aiuole sono diventate bare bianche in marmo, più adatte a un cimitero che a una città che si definisce – e vorrebbe definirsi ancora di più – “sostenibile”.Poiché l’area è soggetta a vincolo paesaggistico, stiamo valutando: l’invio di una segnalazione ufficiale alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Lucca e Massa Carrara, per verificare la compatibilità di questi interventi con l’art. 146 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004);un esposto ai Carabinieri Forestali, per accertare eventuali violazioni della normativa ambientale e degli obblighi di tutela degli alberi in ambito urbano. Se avessimo le risorse economiche – o, meglio ancora, la disponibilità di professionisti disposti a mettere competenze e tempo al servizio del bene comune – predisporremmo una perizia agronomica indipendente, per certificare i danni già arrecati e prevenire il rischio di futuri abbattimenti “giustificati” da deperimenti causati dagli stessi interventi. Come associazione ARCA – Assieme per la Rigenerazione e la Cura dell’Ambiente, rivolgiamo un appello aperto: la sfida ambientale richiede competenze, ma anche partecipazione. Invitiamo chiunque condivida la nostra visione a contribuire con il proprio sapere, tempo, esperienza o idee.
Cerchiamo chi crede, come noi, che la conoscenza debba tradursi in azione, e che la tutela dell’ambiente sia una responsabilità condivisa. Proprio in questi giorni, molte persone si sono sentite male per la calura estrema mentre attendevano l’autobus senza ombra né riparo. La verità è semplice: solo gli alberi ci proteggono, eppure li abbattiamo o li lasciamo morire, soffocandoli. Carrara non ha bisogno di piante incastonate in marciapiedi patinati. Ha bisogno di verde vivo, sano, accudito, capace di offrire ombra, frescura, ossigeno e una bellezza autentica che non si misura in marmo o cemento.