Tiresia inaugura la programmazione 2025 con l’esposizione personale Piccola bugia di Anna Capolupo. Le opere in mostra sono il risultato del periodo di residenza trascorso dall’artista a Carrara da Mantica tra maggio e giugno 2025. A occhi chiusi si pensa, si respira, si ascolta, a volte si balla, sempre ci si bacia, visualizziamo qualcosa, facciamo di conto, ripassiamo un discorso, ci addormentiamo, poi finalmente dormiamo e cominciamo a sognare. A occhi chiusi soprattutto ci fidiamo, dell’altro e di noi stessi. Nella Smorfia napoletana, quella tradizione che assegna ad ogni esperienza onirica un significato specifico traducibile in numero, sognare la casa corrisponde a ben 21 combinazioni numeriche diverse, a seconda delle sfumature del sognato, delle circostanze e del contesto del sogno. Che se ne visualizzi solo l’interno, l’esterno, un possibile pericolo, un trasloco, un acquisto, una vendita, una ristrutturazione, un ladro, una fuga o un ritorno. Il progetto proposto esplora proprio questa dimensione: l’esperienza fisica ed emotiva del ritorno in un luogo carico di memoria personale - la casa d'infanzia. Secondo la teoria poetica del sogno di Ovidio il “Sonno” - un Oblomov che sta sempre sdraiato sul letto - in una situazione di emergenza descritta in una delle Metamorfosi, dalla marea dei suoi mille figli desta gli Oniri: Morfeo, Icelo e Fantaso. Il primo, “il modellatore", è colui che fa prendere forma al sogno - da lui l’idea di smorfia prima come contrazione del volto e poi come dottrina scaramantica - lui permette la manifestazione di esseri umani. Il secondo, “lo spaventoso”, che compare invece nei sogni sotto forma di “bestia, uccello o lunghissima serpe”, manifesta gli animali. Il terzo, “l’apparizione”, costruisce il paesaggio, da lui sono generati tutti gli oggetti inanimati sognati dai mortali.
Tutti e tre mentono. Piccole bugie, nuove prospettive di realtà.
La mostra ruota attorno a questo: sulle pareti emergono pitture e ceramiche che testimoniano la presenza umana e i legami affettivi. Gli spazi sono organizzati evocativamente per richiamare la casa ancestrale, creando un viaggio sensoriale tra la fragilità della carta, la domesticità della ceramica, e la solidità del marmo di Carrara, il tutto immerso nelle atmosfere patinate dei souvenir anni ’80. Chi ricorda con affetto Jem e le Holograms, Jerrica Benton, dirigente della Starlight Music, sa che di notte diventa Jem, la cantante rock e leader delle Holograms, davvero, davvero “outrageous”. Jem si trasforma con l’aiuto di Synergy, una sorta di computer che genera ologrammi inventato dal padre poco prima di morire, quindi anche se pu sembrare solo una strana versione elettro-pop di Siri, Synergy ha anche un forte valore affettivo per la protagonista. Jem/Jerrica attiva il sistema toccando i suoi distintivi orecchini a forma di stella rossa pronunciando la frase: “Showtime, Synergy”. Si tratta dello stesso movimento delle smorfie di Morfeo: cambiamo forma per somigliare a qualcun altro o a qualcos’altro. Una piccola bugia che lavora con gli elementi della nostra memoria come veri e propri attori teatrali: li trucca, li mette in scena e li moltiplica. Il sogno di Anna è uno specchio deformante in cui vediamo riflessa la sua infanzia, le opere esposte rielaborano la casa della sua prima età dando vita a un’esperienza onirica, che si attiva senza bisogno di nessuna formula magica ma attraverso colori e superfici: showtime.
Anna Capolupo, nata a Lamezia Terme nel 1983, si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Firenze nel 2008. È fra i vincitori del Premio Nocivelli del 2020, vincitrice del Premio Combat Prize nel 2016 e finalista al Premio Terna del 2014. Nel 2019 è stata selezionata dal programma di residenze presso LA CASAPARK Art Recidency di New York, nel 2024 partecipa alla Residenza Facto di Montelupo Fiorentino e al Simposio di Pittura della Fondazione Lac o Le mon a San Cesario di Lecce. Collabora con diverse gallerie e spazi indipendenti sul territorio nazionale. Alcune tra le sue mostre più importanti sono: Salon Palermo presso Rizzuto Gallery, Palermo 2021; Fragile a cura di Christian Caliandro presso Monitor Gallery, Roma, 2021; Le stanze del contemporaneo, premio Nocivelli, Palazzo Martinengo, Brescia, 2020; Un giorno in casa, presso Fondazione Smart Roma, 2021; Portafortuna, presso Toast project Space, Manifattura Tabacchi, Firenze, 2021. Il suo lavoro crea un ambiente misterioso, ricco di culture diverse, attraverso un'esplorazione poetica incentrata sulla vita degli oggetti quotidiani, disposti con cura all'interno della tradizione della pittura di natura morta. Le sue opere si distinguono per la presenza di una piattaforma su cui poggiano giocattoli d’infanzia, piante e oggetti comuni: un palcoscenico simbolico che, come una scena teatrale, eleval'ordinario e il prosaico a una dimensione straordinaria ed enigmatica. L'atmosfera onirica è evocata dal colore e dall'accostamento unico di alcuni elementi. Queste piattaforme incorniciano e rivelano con naturalezza il mondo interiore dell'artista, sospeso tra sogno e realtà. Vive e lavora a Firenze.
La mostra resterà aperta tutti i venerdì e i sabati dalle 18.30 alle 21.30 fino al prossimo sabato 9 agosto 2025. Inaugurazione sabato 14 giugno dalle 18,30- Orari di apertura: ven/sab 18,30-21,30
A cura di Elena Perugi, Chiara Franchi e Benedetta Pisani. Special thanks to: Bernarda e Alberto Franchi, Franco Petacchi, Fabio Cristelli, Marisa Nicolai, Silvia Perugi, Davide Bacchiani, Giovanni Coppedè, Beatrice Barra, Arturo Pino, Alexis Minkiewicz, Gisela Kraisman e Luigi Antonio Presicce.
