La giunta carrarina guidata da Serena Arrighi ha annunciato con soddisfazione la firma sulla prima convenzione con la quale è stata concessa a un’azienda specializzata nel settore lapideo la proroga per 18 anni legata alla possibilità di escavazione degli agri marmiferi.
Secondo la prima cittadina della città apuana, la ditta in questione dovrà lavorare in loco almeno il 50percento del materiale estratto, esprimendo fiducia per il rilancio della filiera di uno dei prodotti, se non il prodotto, di punta di tutto il comune e della provincia.
Un accordo che ha però fatto storcere il naso alla lista “La Comune” al suo presidente Vittorio Briganti, che attraverso una nota ufficiale esprimono perplessità e preoccupazione sia per come si sono svolte le contrattazioni che per l’effettivo impatto che la convenzione avrà sull’economia del territorio.
“La Comune – si legge nella nota – metteva in guardia sulla necessità di non rinnovare a scatola chiusa lo status quo ma, almeno, di rispettare la legge regionale in materia di attività estrattive che, seppur pessima perché troppo sbilanciata a favore degli industriali, dava comunque delle regole. L’impressione è che questo appello sia stato inascoltato e, anzi, si sia proceduto a compiere l’operazione rinnovo calpestando lo spirito della legge e, di conseguenza, non tenendo nel giusto conto l’interesse pubblico generale […] Tra i grandi risultati sbandierati dalla sindaca Serena Arrighi si sostiene che nella convenzione si impone il lavoro in loco di almeno il 50percento dell’escavato, ma si è fatta una precisa definizione regolamentare di quella lavorazione in loco che potrebbe consentire di prorogare le attuali occupazioni di cava? Noi riteniamo che per parlare di ricostruzione della filiera del marmo non si debba confonde la semplice segagione dei marmi o la riquadratura dei blocchi con la lavorazione dei marmi”.