"Di quale incorreggibile aberrazione mi sarei macchiato?" questa la domanda ironica con cui il sindaco e presidente della provincia Gianni Lorenzetti replica al presidente del consiglio comunale di Massa, Stefano Benedetti.
Al centro del botta e risposta, la scelta di Lorenzetti di portare all'attenzione del prossimo consiglio provinciale la proposta dell'ambasciata russa di collocare a Carrara un monumento celebrativo del contributo di partigiani russi alla lotta di Liberazione e, nello specifico, di aiuto alle popolazioni apuane attestate sulla Linea Gotica. Scelta che ha spinto Benedetti a chiedere addirittura le dimissioni di Lorenzetti.
"Poche parole - quelle che Lorenzetti rivolge a Benedetti - "per ringraziare colui che dall'alto del suo scranno, e confondendo una volta di più il suo ruolo istituzionale con la carica di vicecoordinatore provinciale di Forza Italia, ha voluto riservare sulla stampa locale un'attenzione degna delle migliori cause alla mia modesta figura, arrivando infine a richiederne le dimissioni".
Lorenzetti si concede una risposta soltanto scivolata a quello che definisce un lirismo confuso di Benedetti sulla storia nazionale, che mescola la resistenza apuana alla tragedia delle foibe: "E' davvero difficile star dietro al suo ragionamento che, al solito, ha un solo obiettivo: conquistare due righe di pubblicità in calce alla pagina di un giornale - dice Lorenzetti - Ne volete una riprova? Andate a leggere come conclude la sua intemerata: con la proposta di "una serie di iniziative in ricordo di tutti gli ebrei trucidati nel mondo e di tutte le vittime dei partigiani di qualsiasi nazionalità siano stati".
La confusione di Benedetti è totale, secondo il presidente della provincia: "Qui, a parte il fatto che gli ebrei sono stati vittime di un genocidio immaginato e ordinato da quell'omuncolo con i baffetti in alleanza con quello dalla mascella volitiva che da sempre è il faro illuminante (si fa per dire) del nostro Benedetti, non possiamo che alzare le mani".
Secondo Lorenzetti, l'exploit di Stefano Benedetti non sarebbe altro che "un'ulteriore riprova di come non si debba ricoprire un incarico istituzionale" e chiude quindi veloce la sua replica: "Alziamo le mani e ci arrendiamo perché, davvero, non si riesce più a seguire la logica (ammesso che ci sia) e a distinguere la linea di confine fra l'ottusità e la mala fede".