La richiesta, nel pur fumoso e non chiarissimo bando aperto per una settimana dall’amministrazione comunale per cercare un addetto alla comunicazione digitale, puntava a una competenza specifica. A sottolineare questo particolare è stato il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che ha posto dei dubbi su tutta la procedura che ha portato all’assunzione per 15 mesi e per 35 mila euro della giornalista della Voce Apuana e del Tirreno, Camilla Palagi come esperta di comunicazione digitale. Molte le domande poste da Bernardi: “La Palagi è in possesso almeno di un attestato di qualifica professionale riconosciuta di tecnico o esperto delle comunicazione digitali ? Dal momento che i 35 mila euro del suo stipendio li paghiamo noi, sarebbe utile conoscere anche quale diploma di scuola secondaria possiede e comunque si dovrebbe rendere pubblico il suo curriculum . Ricordiamo che i 5 Stelle all'inizio della legislatura, invasi da onestà e trasparenza, ci avevano propinato il famoso “ tormentone curriculum assessori ed incaricati ”, quindi il sindaco faccia pubblicare subito il curriculum e i titoli di studio che può vantare la nuova “ digital manager “ assunta per implementare la propaganda grillina.”.
Bernardi ha chiesto anche di conoscere l’eventuale commissione nominata per verificare i titoli dei candidati, dal momento che sembrerebbe che siano pervenute diverse candidature e di conseguenza quali criteri e quali punteggi sono stati usati per arrivare alla scelta finale. “Un controllo doveroso – ha aggiunto Bernardi - è stato effettuato anche sugli atti relativi all’assunzione dell' “istruttore amministrativo” cat. C , a tempo determinato fino alla scadenza del mandato del sindaco, che ha evidenziato che sono state omesse tutte le informazioni sulla procedura adottata per il nuovo incarico.”. L’avviso pubblico del bando, secondo Bernardi, sarebbe assolutamente privo di trasparenza, in particolare nell’elenco delle competenze che la figura con funzioni di “addetto alla comunicazione digitale” sarebbe chamata a svolgere. “ Nel bando – ha spiegato Bernardi – emergono due competenze distinte descritte nel sub A e nel sub B ma, nelle esperienze lavorative del candidato vengono richieste solo quelle della lettera B. Bernardi ha insinuato il dubbio che: “il candidato ideale, forse, non aveva nel pubblico o nel privato, mai istruito e curato attività di comunicazione e processi partecipativi e non aveva mai effettuato l’impostazione di progetti, piani e programmi previsti nel sub A. Mancanza di trasparenza, per Bernardi anche in merito al titolo di studio da possedere che, infatti, è un “ generico e anonimo “ diploma di istruzione secondaria di secondo grado. “Si potrebbe sapere per 35 mila euro – ha ribadito Bernardi - se l'ignoto addetto alla comunicazione digitale del sindaco De Pasquale ha le carte in regola per svolgere questo incarico ? Se De Pasquale, viste le gravissime difficoltà personali ad interagire con le persone, aveva bisogno di un aiutino , poteva assumerlo a sue spese, e non farlo pesare invece sulle nostre tasche. Il ruolo della esperta in comunicazione digitale, forse sprovvista pure di titoli di studi ad hoc e di esperienze del tipo A , non è sicuramente di pubblica utilità ma al servizio dei 5 Stelle per cercare di curarne l’immagine ormai logorata, degradata e sprofondata nell'oblio. Per fortuna nell’avviso pubblico, forse per un copia-incolla inconsapevole, si legge che il sindaco si sarebbe pure potuto riservare la possibilità di non conferire l'incarico fiduciario qualora avesse ritenuto che i candidati non avessero rivestito le caratteristiche, la specifica professionalità e le attitudini richieste. Cosi ci siamo salvati e ora andiamo avanti per farlo revocare.”.
Vi. Te.