È un vero e proprio programma, composto da dieci punti, quello che il gruppo delle “Magliette Bianche” ha proposto al governo italiano per porre rimedio alla questione delle aree Sin (Siti di interesse nazionale ai fini delle bonifiche) sparse su tutto lo stivale.
Le problematiche dell’inquinamento si fanno sempre più pressanti, sia per l’ambiente che per la salute dei cittadini, ed è per questo motivo che le “Magliette” hanno deciso di lanciare un accorato appello alle istituzioni centrale e di informare quella fetta di popolazione che, per propria fortuna, non vive in queste aree e molto spesso non ne conosce nemmeno l’esistenza, nonostante siano imperniate e contaminate da sostanze chimiche che avvelenano il suolo e le falde acquifere.
Le richieste sono “semplici” eppure “rivoluzionarie”, vista anche la lentezza con cui si è affrontato fino a ora il problema, e si passa da un piano inderogabile per bonificare i Sin entro il 2030 fino a maggiori tutele e benefici per i cittadini che vivono in queste zone ad alto rischio, senza dimenticare lo sviluppo di un progetto industriale che metta nuovamente al centro dell’economia le zone Sin, puntando specialmente sulla creazione di filiere ecosostenibili.
“I cittadini Magliette Bianche italiane – si legge in un estratto del loro ultimo comunicato – chiedono al governo italiano di intervenire immediatamente sui Sin con misure concrete e risolutive per la tutela dell’ambiente e della salute. Le cittadine e i cittadini Magliette Bianche italiane, che vivono in territori gravemente inquinati, hanno nuovamente lanciato un appello al governo italiano e alle istituzioni competenti per chiedere l'adozione di misure urgenti per affrontare il problema dell'inquinamento in Italia partendo dalle aree classificate Sin”.