Buon 25 aprile e buona festa della Liberazione a tutti!
Inizio anzitutto dando il Benvenuto anzitutto ai nostri ospiti:
il prefetto Guido Aprea,
l'assessora regionale Alessandra Nardini,
il consigliere regionale Giacomo Bugliani,
il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti (Andrea Leo),
il presidente provinciale di Anpi Nando Sanguinetti
e il presidente dell'Istituto storico della resistenza apuana Paolo Bissoli
che sono sul palco
ma grazie anche a tutti i presenti all’onorevole Barabotti e ai tanti sindaci che hanno voluto essere con noi.
Permettetemi poi di dire che è un onore per la nostra città ospitare quest'anno la cerimonia provinciale di commemorazione del 78esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
Oggi siamo qui per celebrare quella che non è e mai potrà essere una semplice ricorrenza:
il 25 aprile del 1945 è nata l'Italia, è nata l’Italia che tutti noi conosciamo e per questo è importante che tutta Italia si fermi per festeggiare.
Il 25 aprile noi ricordiamo la fine degli orrori della guerra,
ricordiamo la fine del nazifascimo
e, non ultimo, ricordiamo il sacrificio di tante donne e tanti uomini che hanno dato tutto per inseguire la libertà.
Quella stessa libertà che al giorno d'oggi noi forse diamo troppo spesso per scontata, ma che invece dobbiamo sempre ricordare essere una libertà che chi ci ha preceduto ha conquistato,
pagando un prezzo altissimo e che sta a noi ora difendere con tutte le nostre forze.
Con il passare degli anni tutti noi dobbiamo sentire sempre più forte sulle nostre spalle la responsabilità di tenere vivo il ricordo della lotta di Liberazione e con essa dei valori che ne erano alla base.
E' responsabilità di tutti noi raccontare alle nuove generazioni come il 25 aprile non sia mai stato e mai potrà essere una festa divisiva,
perché il 25 aprile è la festa di tutta Italia...ed è qui in Italia che dobbiamo festeggiarla, mi verrebbe da aggiungere.
E' nostra responsabilità raccontare di come in quegli anni terribili che ci hanno condotto al 25 aprile 1945 ci fosse una moltitudine di donne e uomini, di ragazze e ragazzi che lottava contro le barbarie del nazifascimo e come questi alla fine hanno vinto.
E' nostra responsabilità spiegare alle ragazze e ai ragazzi di oggi che la Resistenza non è qualcosa che si può ridurre a uno scontro tra bande o a un 'noi contro di voi': la Resistenza è stato un fenomeno trasversale che ha accomunato tutto il paese per inseguire un ideale più alto.
A lottare sui monti e nelle città c'erano studenti ed operai, c'erano contadini e dottori, c'erano donne e uomini con storie diverse, di ogni estrazione sociale e di ogni appartenenza politica che però hanno combattuto fianco a fianco, sono morti fianco a fianco, perché tutti loro erano certi di quale fosse la cosa giusta da fare.
E' sul coraggio di queste donne e di questi uomini, di queste ragazze e di questi ragazzi,
che l'Italia, la nostra casa comune, è nata, cresciuta e si è sviluppata in questi 78 anni .
Adesso sta a noi avere coraggio,
continuare a costruire la nostra casa comune,
mantenere viva la memoria e
garantire un futuro alle nuove generazioni,
con la stessa responsabilità con cui i nostri nonni decisero che la libertà è il bene più prezioso e che per questa vale la pena combattere.