Di seguito, si pubblica il comunicato di Italia Viva relativo al post e commenti riportati sulle auto blu parcheggiate davanti alla Port Authority di Marina di Carrara nel corso della visita dei deputati Bellanova e Paita alla sede portuale:
"Italia Viva esprime ferma condanna e aperto biasimo per il comportamento compulsivo di tutti coloro che, sulla provocazione del progressista verde professor Riccardo Canesi in riferimento alle auto blu posteggiate sul marciapiede di proprietà della Port Autority, si sono sentiti paladini di una morale e di una giustizia popolare senza che vi sia un minimo di fondatezza sulla notizia riferita . Senza remore, disposti a dare il loro personale parere spesso condito con insulti e aggressività contro una viceministra e una presidente di commissione di Italia Viva , il popolo del web sul post del professore, non ha avuto limiti. Ci sono sempre due modi di fare il politico come sostiene un noto sociologo: si può vivere per la politica, o si può vivere della politica. Italia Viva entra nel dettaglio pertanto nelle esternazioni del professore sui parcheggi delle auto blu della scorta di Teresa Bellanova e Raffaella Paita, per evidenziarne tutta l' ipocrisia proprio da parte di chi nella vita ha ricoperto per anni una carica di parlamentare . Può essere pure vero che, nel periodo sanitario economico e sociale più drammatico del dopoguerra, le auto blu siano diventate nell'immaginario collettivo "l'emblema della distanza tra i cittadini comuni e la classe politica" considerata spesso casta, anche se probabilmente il parcheggio sul marciapiede era stato autorizzato dalle autorità competenti per motivi di sicurezza e sulla base del principio che le scorte sono autorizzate persino ad ignorare il codice della strada, in quanto chi svolge il servizio di scorta ha la stessa qualifica degli agenti di pubblica sicurezza, come previsto dalla legge 83/2002, articolo 5-bis. Più precisamente si condanna la moda di ricercare consensi " in favore del "civismo da facciata" utilizzato come mera strategia comunicativa, adottata soltanto per coltivare il proprio orticello. Il problema risiede nel fatto che molto spesso la condotta di questi personaggi, quando lanciano spot di propaganda sui social, incentivano quella gogna mediatica che diventa virale e che , questa volta, ha colpito due parlamentari donna di spicco di Italia Viva " colpevoli " di aver visitato il nostro territorio per esporre le proprie idee politiche e di averlo fatto in maniera civile, democratica e rispettosa, salvo finire sui social ed essere state insultate per il loro aspetto fisico. Ciò posto Italia Viva concorda sul principio che " La strada per un Paese civile e per la coincidenza tra parole e fatti, purtroppo, è ancora lunga...." basterebbe che chi lo sostiene, prima di parlare facesse un po' di autocritica".