Sono 64 le pensiline disseminate su tutto il territorio del comune di Carrara; eppure, stando a quanto riporta il consigliere comunale Filippo Mirabella, solo una di queste (alla fermata “Paradiso” di Marina di Carrara) verrà riqualificata per venire incontro alle esigenze dei disabili.
Una notizia che di certo non farà felici tutte quelle persone che ogni giorno devono vedersela con gli ostacoli sociali e di mobilità costituiti dalle barriere architettoniche, una rivelazione che rischia di gettare ombre sulle politiche per la disabilità attuate dalla giunta guidata da Serena Arrighi.
Lo stesso Mirabella, che ha deciso di esprimere le sue perplessità attraverso un comunicato ufficiale, definisce la riqualificazione della pensilina Paradiso come semplice “Fumo negli occhi” per i turisti, arrivando a definire “Squallida” una manovra di questo tipo.
Inoltre, il consigliere rincara la dose sollevando la questione dell’enorme disparità di trattamento e interesse, da parte dell’amministrazione comunale, tra le aree centrali e quelle periferiche: un comportamento che si riflette anche sulla popolazione, con particolare svantaggio per chi vive lontano dai centri nevralgici del territorio.
“Mi si permetta di dire che ritengo sbagliata e pretestuosa la divisione che viene fatta tra zone della città, e a questo proposito – chiosa Mirabella – chiedo anche alla consulta disabilità se le persone portatrici di handicap dei paesi a monte siano da considerare di serie B. Inoltre, in zona Paradiso, non ci sono né scuole, né presidi sanitari, uffici comunali, postali, bancari, terziari e neppure supermercati o negozi; quindi, in base a quali criteri è stata individuata la fermata Paradiso se non come fumo negli occhi per i turisti? Innanzitutto, visto che parliamo di persone fragili e indifese, solo pensare che la riqualificazione di una pensilina cancelli torti e violazioni di diritti perpetrati per anni sarebbe, nel migliore dei casi, un’operazione politica squallida, perché parliamo di donne e uomini, marginalizzati e offesi nella loro dignità […] I cittadini si meritano più di questo, sono in gioco i servizi essenziali delle persone”.