Il sindaco di Carrara Serena Arrighi, dopo l’ultima commissione sul marmo dove aveva introdotto la modifica del Regolamento per cancellare definitivamente la fidejussione in caso si rateizzazione degli importi dovuti a titolo di canone di concessione e contributo di estrazione, sembra essere sparita nel silenzio più totale. O almeno è questa la considerazione che fa Massimiliano Bernardi del Gruppo civico, dopo che secondo quanto emerso recentemente, nel regolamento comunale regole certe.
Secondo infatti Bernardi, cancellando dal regolamento l’obbligo di fideiussione , sempre più difficile da ottenere, il piano di rientro potrebbe decadere in qualunque momento, se una delle aziende non pagasse regolarmente , o non ne pagasse due consecutive o non consecutive, facendo scattare di conseguenza (in base alla legge regionale) la riscossione coattiva degli importi insoluti. “Ciò detto la Arrjghi che era convinta di portare a casa un ottimo risultato, di cui anche il sottoscritto era ed è a favore, e stata clamorosamente stoppata dal presidente del consiglio Cristiano Borttici che , forse sulla base dei pareri legali , aveva convocato la nomenclatura del PD un via Grippini e aveva detto niet alla Arrighi . Così non se ne è più parlato. In conferenza stampa però la Sindaca continua a plaudire se stessa soprattutto per i progetti dell’articolo 21, accordi che prevedono investimenti sulla città per oltre 20 milioni senza che vi siano nel Regolamento comunale “regole certe””.
“Nell’ accordo tra comune e le aziende – continua Bernardi - non sono previsti infatti né impegni né obblighi ben precisi su lavorazione in loco e sui tempi e le modalità di realizzazione dei progetti. Il sindaco peraltro, ha firmato “la più grande convenzione del lapideo “al buio cioè senza tenere presente quale sia la soglia oltre la quale si è virtuosi e invece quando si passa il limite. Ad oggi che i rinnovi delle concessioni sono una realtà , difatti , non è stato messo nero su bianco come avverrà il controllo biennale della lavorazione in loco”.
“Ormai – conclude Bernardi -il danno è stato fatto e la Arrighi si prenderà le sue responsabilità politiche ma anche personali qualora ci fosse qualche ricorso da parte delle aziende”.