Il direttore della casa di riposo Regina Elena, Antonio Sconosciuto in questi giorni è salito alla ribalta della cronaca carrarese per aver licenziato una dipendente, a sua detta per sanare una posizione irregolare, relativa un contratto con partita Iva rinnovato per 13 anni e che non poteva essere procrastinato ulteriolemente.
Secondo il direttore quindi aprendo un dialogo con la dipendente ha vagliato una sua proposta e fatto una contropoposta in linea con un ente pubblico. Nel frattempo, a fronte dell’interruzione del rapporto di collaborazione, il Regina Elena ha atteso di valutare gli eventi, e nel frattempo attivato la cooperativa Compass per fornire il servizio in via temporanea.
A Massimiliano Bernardi del gruppo civico però queste spiegazioni non semrbano bastare e chiede chiarimenti anche alla luce di alcune dichiarazioni della dipendente che sostiene che le era stato chiesto di firmare un foglio , che poi non è stato firmato, del quale contenuto non era stata messa al corrente. Inoltre, secondo Bernardi non è chiara la motivazione di dover porre rimedio ad un contratto con Partita Iva, seppur rinnovato per 13 anni. “Nel nostro ordinamento - commenta Massimiliano Bernardi - sono previsti anche diversi meccanismi di stabilizzazione, se un precario ha prestato servizio, con un contratto a termine, presso una RSA che intende stabilizzarlo, tale speciale tutela vale per tutti i contratti sottoscritti”.
Secondo quindi Bernardi il problema sembrerebbe piuttosto che “la decisione presa era stata quella di esternalizzare il servizio ad una cooperativa e infatti il direttore, consapevole della scadenza del contratto con l’animatrice, aveva dato l’appalto alla Compass. Tra l’altro l’indirizzo politico sarebbe stato quello di internalizzare i servizi, perché questo modus operandi sì che non può più essere procrastinato”