Il consigliere della Lista Ferri ripercorre la vicenda Cermec- comune di Pisa: "Non sorprende la presa di posizione del PD sul ricorso di Pisa contro l'Amministrazione Arrighi ma inquieta. Carrara sta affondando tra rifiuti e debiti, e purtroppo questa situazione è il risultato di scelte sbagliate fatte in passato, prima con il Movimento 5 Stelle e poi con l’attuale Giunta Arrighi, sostenuta dal PD. È innegabile che una buona parte di questa responsabilità ricada proprio sul Movimento 5 Stelle, che ha contribuito a creare le condizioni di questa crisi. In cinque anni di totale immobilismo, il comune di Carrara ha continuato a prorogare di anno in anno l’ingresso in Retiambiente, rinviando ogni decisione importante e lasciando che la questione Cermec marcisse letteralmente. Un atteggiamento che ha solo aggravato la situazione, dimostrando una mancanza di volontà e di capacità di affrontare i problemi in modo deciso e responsabile. Ora, il sindaco Serena Arrighi, insieme al PD, invece di correggere gli errori del passato, ha scelto di aggravare ulteriormente la situazione. Con una delibera discutibile, ha conferito le azioni di Cermec a Retiambiente Carrara S.r.l., aprendo così la strada a un indebitamento enorme che finirà tutto sulle spalle dei cittadini. Una decisione che rischia di compromettere il futuro della nostra città e di pesare pesantemente sulle tasche di tutti noi.
Una tegola sul comune di Carrara lanciata in questi giorni dal Comune di Pisa che ha fatto ricorso contro l’autorizzazione del biodigestore Cermec, per cui Carrara resta sola a pagare il prezzo di una scelta sbagliata. Il comune di Pisa ha depositato un ricorso formale al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) contro l’autorizzazione rilasciata dalla Regione Toscana per la realizzazione dell’impianto di biodigestione anaerobica e nel ricorso si contestano anche pesanti carenze istruttorie nella procedura autorizzativa, tra cui: la mancata valutazione delle ricadute ambientali in un’area già fortemente compromessa; la carenza di analisi sul traffico aggiuntivo che l’impianto genererebbe; l’assenza di un’adeguata concertazione con i Comuni coinvolti e, soprattutto, l’incompatibilità urbanistica dell’opera, che secondo Pisa violerebbe strumenti di pianificazione locale e regionale. Un impianto, dunque, la cui legittimità è oggi messa seriamente in discussione da un’amministrazione – quella pisana – che ha deciso di non farsi trascinare in un progetto rischioso e sbilanciato, mettendo in primo piano la tutela dei propri cittadini e del territorio. Tutto questo mentre Carrara, unica ad accollarsi l'onere economico e la ricaduta politica del progetto, continua a raccontare la favola di una “svolta ambientale” che nei fatti si traduce in un debito da oltre 25 milioni di euro. Un prestito milionario che graverà sulle casse comunali e che, come già anticipato da molte voci critiche, produrrà un inevitabile aumento della Tari per le famiglie e le imprese. Ma non finisce qui perché la strategia ambientale dell’amministrazione Arrighi mostra crepe sempre più evidenti: Carrara è il fanalino di coda in Toscana per la raccolta differenziata, e mentre le città più virtuose riducono i rifiuti, la nostra viene trasformata in centro di raccolta e trattamento per l’intera costa toscana. Altro che “Città futura” le periferie assomigliano sempre più ai barrios latinoamericani, il degrado cresce, e le promesse di rigenerazione urbana restano sulla carta. La narrazione green si sgretola sotto il peso di una realtà fatta di indebitamento, inefficienza e isolamento. Il dato politico è chiaro: mentre Pisa impugna, Carrara indebitata paga. Ma a pagare il conto finale saranno i cittadini. Per questo è necessario fermarsi, riflettere e chiedere con forza: chi sta davvero difendendo gli interessi della città. Ma ciò che grida allo scandalo è che questa operazione non risolve nulla, altro che città della cultura, altro che transizione ecologica! Con il conferimento delle azioni di Cermec c’è una bomba ambientale pronta ad esplodere e dietro lo slogan del “riordino del servizio” si nasconde una realtà ben più torbida: l’impianto Cermec è obsoleto, inefficiente e costosissimo da risanare. Secondo le stime ufficiali, serviranno oltre 11 milioni di euro per mettere in sicurezza l’impianto di Gotara, ma a sorpresa, il comune di Carrara ha trovato la soluzione più comoda (per sé): scaricare tutto su Retiambiente, e quindi sui cittadini. È questo il prezzo della “strategia” politica della Arrighi: debiti mascherati da investimenti, bonifiche nascoste sotto il tappeto, e TARI alle stelle per tutti. Non ci vuole un economista per capire peraltro che queste cifre, in un sistema tariffario chiuso come quello dei rifiuti, finiranno tutte nelle bollette. Il piano B c’era però ma l’hanno ignorato. Nel 2023 l’ATO Toscana Costa e la stessa Retiambiente avevano infatti proposto una via alternativa, più semplice e meno dispendiosa di mettere a disposizione l’impianto tramite comodato oneroso, come prevede la legge. Ma il Comune di Carrara ha detto no , è meglio conferire, vendere, fondere, scorporare, rimescolare le carte e alla fine creare una scatola vuota – appunto. Retiambiente Carrara – che oggi eredita un disastro economico e ambientale. Una scelta immotivata, opaca, non comparata, portata avanti senza trasparenza e con un solo obiettivo: far sparire Cermec dai radar del comune e metterlo sulle spalle degli altri. Ma qui, invece di investire sulla qualità del servizio, si spendono milioni per salvare società in fallimento, Cermec ha registrato perdite per oltre 2,5 milioni di euro in due anni. Ma questo non conta perché la priorità della giunta Arrighi è far finta che il problema non esista. L'importante è che qualcuno (Retiambiente) se lo prenda, e pazienza se il conto lo pagano i cittadini. Un gioco di prestigio sulla pelle dei cittadini. Dopo aver ignorato per anni la crisi della gestione rifiuti, oggi Carrara si ritrova con una tassa destinata a salire, un impianto in rovina, un sistema inefficiente e un’operazione societaria che la Corte dei Conti stessa ha giudicato rischiosa. Altro che operazione virtuosa: è un capolavoro di mala amministrazione. E se domani la TARI aumenterà – come inevitabile – la responsabilità ricadrà sui predetti. Perché chi oggi governa, invece di correggere gli errori del passato, li ha amplificati con una decisione suicida e irresponsabile. I cittadini hanno il diritto di sapere che nessuna scelta obbligava il Comune a conferire Cermec. Che esisteva una strada diversa, più trasparente e meno costosa. E che oggi, mentre i rifiuti aumentano, i servizi peggiorano e la città scivola nel degrado, l’unica cosa che crescerà sarà la bolletta della TARI, a discapito dei cittadini”.