Ha parlato a nome del suo partito, Forza Italia, in qualità di unico consigliere comunale dello stesso e quindi unico rappresentante di Forza Italia nel consiglio comunale carrarese. Lorenzo Lapucci ha espresso la sua opinione sul caso dell’ormai famosa partitella giocata da un gruppo di richiedenti asilo ospiti dell’hotel Dora, cas gestito dalla onlus Casa di Betania, che ha scatenato un putiferio di esposti da parte di quasi tutte le forze del centro destra con richieste di chiusura immediata del centro ed anche dell’associazione che lo gestisce. Lapucci, come è nel suo stile, ha fatto un’analisi ragionata e pacata tenendo conto di tutti gli aspetti della questione:
“In riferimento a quanto avvenuto nei giorni scorsi sull’uso del centro giovanile da parte dell’associazione casa Betania, che ha trasferito temporaneamente i richiedenti asilo per la sanificazione dell’hotel Dora, mi preme evidenziare il punto di vista di Forza Italia quale unico rappresentante del partito in Consiglio comunale.
Nel merito vorrei sottolineare che l’associazione ha avuto necessità di trasferire temporaneamente i richiedenti asilo proprio per procedere a quelle sanificazioni richieste dai protocolli di igiene previsti dai decreti di prevenzione del coronavirus, decreti che manchevolmente non hanno dato direttive specifiche per queste strutture ai gestori e alle prefetture. Strutture che non possono essere paragonate alle RSA e dove il mantenimento del distanziamento sociale può risultare difficile da realizzare stante l’alta incidenza abitativa che richiedono per il loro mantenimento.
In particolare vorrei sottolineare il mio dissenso con questo modello di accoglienza che prevede un’ alta concentrazione di persone. Tale modello è stato rafforzato dalle politiche realizzate dal primo governo Conte e dal ministro Salvini producendo e favorendo la concentrazione dei richiedenti asilo in strutture più grandi a seguito della decurtazione della quota giornaliera per le strutture sotto i venti ospiti e riducendo i servizi di inserimento lavorativo e sociale. Dopo questa fase di emergenza sociale e sanitaria dovremmo sicuramente riflettere sul modello di accoglienza ma adesso è necessario che a tutti venga garantito un posto in cui risiedere ed essere monitorato. Non è certo auspicabile la chiusura di strutture che comunque garantiscono non solo la salute di chi viene ospitato ma anche la salute pubblica.”.