Cermec smentisce il coinvolgimento delle proprie attività nei confronti dello stato del fosso lavello, che nei giorni scorsi ha allarmato cittadini e comitati.
Il coordinamento dei comitati aveva infatti imputato il colore biancastro dell'acqua e l'odore sgradevole al trattamento dei rifiuti di Cermec, chiedendo delucidazioni anche sull'accordo tra regione Lazio e Regione Toscana sul trattamento di 4500 tonnellate di rifiuti indifferenziati.
Cermec ha fatto sapere che non sarebbe stato dato l'ok per l'operatività all'accordo tra regioni del trattamento di rifiuti indiffrenziati, pertanto la problematica riscontrata non può essere imputato a questo.
"Cermec è solo un impianto di trattamento dei materiali conferiti che poi hanno destinazioni verso impianti di riciclo o di smaltimento – ha fatto presente Cermec – inoltre gli impianti di Cermec non effettuano alcuno scarico in acque superficiali".
Inoltre Cermec ha precisato che i percolati da trattamento del rifiuto sono raccolti in vasche chiuse e isolate e poi smaltiti verso impianti esterni per il loro trattamento. Anche le acque di prima pioggia vengono inviate a depurazione a impianti terzi. È dunque da escludere che eventuali contaminazioni del Lavello possano essere causate dalle attività di Cermec.
L'azienda in aggiunta ha risposto a tutte le domande puntuali che sono state presentate dal coordinamento dei comitati, a cominciare da quali sostanze chimiche vengono utilizzate per il trattamento dei rifiuti:
"Quello di Cermec – fanno sapere dall'azienda - è un impianto a Trattamento Meccanico Biologico e nessuna sostanza chimica viene utilizzata nei processi produttivi".
L'azienda ha inoltre puntualizzato chela quantità di rifiuti trattata dall'impianto è sempre stata entro il limite consentito dalla legge, e anche se venisse autorizzato il trattamento delle 4500 tonnellate di rifiuti provenienti da fuori regione, i limiti rientrerebbero comunque nella norma, per questo motivo non servono ulteriori misure di tutela.