I numeri del 2024 confermano una flessione complessiva delle assunzioni (-3,18 per cento) rispetto al 2023: da 32.811 a 31.768. Un calo che non può essere sottovalutato, perché si inserisce in un contesto già fragile dal punto di vista produttivo e occupazionale. Secondo Cisl le criticità principali sono diverse.
Contratti stabili in calo: i contratti a tempo indeterminato scendono da 3.638 a 3.513 (-125). Un segnale negativo, perché la stabilità occupazionale dovrebbe essere l’obiettivo prioritario.
Lavori a progetto quasi azzerati: da 1.215 a 200, un crollo che riflette la precarietà di queste forme di impiego. Apprendistato in forte diminuzione: da 1.808 a 1.466 (-342), un dato preoccupante perché limita l’ingresso qualificato dei giovani nel mercato del lavoro. Ci sarebbero, tuttavia, anche segnali positivi come l’aumento della somministrazione: da 2.087 a 2.445, segnale che le aziende chiedono flessibilità, ma si tratta pur sempre di lavoro precario e la crescita dei tirocini: da 441 a 490, opportunità di formazione ma spesso senza reali sbocchi occupazionali. Per quanto riguarda la questione di genere, il divario, secondo Cisl, resta evidente: le donne hanno complessivamente meno opportunità (15.074 assunzioni contro 16.694 degli uomini). Nel lavoro domestico e nei contratti a progetto prevalgono nettamente le donne, spesso in settori meno tutelati.Gli uomini restano più presenti in tempo indeterminato, determinato e apprendistato.
In conclusione, i dati confermano che a Massa Carrara serve una strategia condivisa per il rilancio del lavoro, che punti su più contratti stabili e di qualità, investimenti mirati per favorire l’occupazione giovanile, maggiore attenzione alle donne, che restano penalizzate, politiche attive del lavoro per accompagnare formazione e riqualificazione. “Come CISL Toscana Nord ribadiamo che non bastano incentivi temporanei o contratti a termine: serve una vera politica industriale e territoriale, capace di dare prospettive durature ai lavoratori e alle famiglie”.