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Scritto da Redazione
Politica
18 Maggio 2020

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A metà aprile il sindacato Nursind aveva segnalato che i pazienti della Don Gnocchi di Marina di Massa colpiti da coronavirus non erano stati isolati dagli altri ospiti della struttura. Quasi contemporaneamente il Segretario Regionale della Cisl Enzo Mastorci dichiarava che alla Don Gnocchi il personale sia sanitario, sia tecnico, non aveva mai usufruito dei dispositivi adeguati a tutela della salute propria e degli ospiti. Sulla base di queste denunce pubbliche e sulle testimonianze di molti cittadini che hanno confermato il fatto che i pazienti contagiati portati dal Delle Apuane alla Don Gnocchi non venivano isolati dagli altri degenti causando un’ampia diffusione dell’epidemia nel reparto cardio-motorio, il presidente del consiglio comunale di Massa, Stefano Benedetti, ha deciso di procedere con un esposto alla Procura della Repubblica di Massa, con la testimonianza diretta dei dipendenti che nel frattempo hanno denunciato la situazione in modo molto particolareggiato, in un documento inviato a vari sindacati ed alla Direzione Sanitaria. “ Mi auguro – ha detto Benedetti - che dopo la presentazione  di questo esposto e l’avvio delle indagini i dirigenti abbiamo il buon senso di auto sospendersi  fino a chiarimento della situazione.Dalle testimonianze dei dipendenti si ben comprende una condizione di paura e disagio, causata proprio da una gestione superficiale da parte della direzione. Fino al 13 marzo, quindi in piena emergenza, gli operatori hanno lavorato senza mascherine chirurgiche per la riottosità, scrivono loro, del direttore a fornirle. Direttore che addirittura avrebbe intimato  al personale di non utilizzarle. Il 16 marzo la direzione  ha consegnato le mascherine monouso da usare per più giorni ed il 23 marzo ne veniva consegnata una per ogni turno di lavorativo.Il 31 marzo la direzione, con mail firmata dal dottor Pastorini e dal dottor Bossi, comunicava al personale l’accertata positività al virus di una paziente ricoverata presso il reparto di neuromotoria. Da quel momento in poi, avrebbero dovuto scattare tutte le iniziative e le precauzioni aggiuntive  previste, compresi i Dpi adeguati, ma ciò non è avvenuto. Scrivono i dipendenti che “ L’ esposizione al rischio da Corona nel luogo di lavoro dove il datore di lavoro ha deciso che continuassero a svolgere le loro prestazioni lavorative era altissimo.”. Benedetti ha ricordato che   il decreto legislativo relativo all’esposizione del rischio sancisce una serie di obblighi inderogabili del datore di lavoro quali : riaggiornare il documento di valutazione dei rischi in collaborazione con il medico competente e addestramento dei lavoratori all’utilizzo razionale dei Dpi nonché la sorveglianza sanitaria.

“Fare queste cose – ha aggiunto Benedetti -  avrebbe significato tutelare la salute degli operatori, ma in realtà questi provvedimenti non sono stati assunti. Di fronte a questa situazione non è possibile concepire ed approvare questa gestione della crisi piena di falle e di  criticità, condotte e comportamenti errati che hanno minato l’integralità psico-fisica dei lavoratori. Tutto ciò, il non aver compreso in tempo come intervenire ed operare adeguatamente ed aver ostentato paura ad agire in modo concreto e determinato,  potrebbe aver portato agli effetti tragici in cui la Don Gnocchi si è trovata. Dopo il primo caso di contagio, infatti, in rapida sequenza sono stati chiusi i reparti di neuromotoria e di cardio-respiratoria. I numeri dei contagiati e dei decessi parlano da soli: 21 contagi e un decesso in neuromotoria e 12 contagi e un decesso in cardio-respiratoria e 32 operatori contagiati.  Oggi tutti i dipendenti vogliono tornare a fare il loro lavoro in un ambiente che tuteli la propria salute ed a ciascuno il suo ruolo. Nel merito, è auspicabile che la Direzione Sanitaria crei delle condizioni che assicurino gli adeguati livelli di protezione per una condivisione dei protocolli di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il conferimento della diffusione del Covid-19 .”.

Benedetti ha chiesto alla Procura della Repubblica di Massa l’avvio di indagini atte per accertare la veridicità delle testimonianze raccolte ed ha anche chiesto, in caso di mancata auto sospensione  dal lavoro  per via cautelativa da parte degli attuali dirigenti della struttura sanitaria Don Gnocchi,  l’intervento diretto della Procura  con un provvedimento di commissariamento in attesa degli esiti dell’indagine.

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