Ad Avenza il distretto sanitario “spezzatino” è inspiegabilmente diviso in due sedi: quella iniziale di Via Giovan Pietro, al cui interno sono presenti i servizi di Medicina dello Sport, Odontoiatria e Consultorio, e quella di Via Campo d'Appio che ospita otto ambulatori di specialistica, il Cup, le prestazioni infermieristiche e altre attività. Entrambi gli edifici, ubicati in posizioni strategiche e solo parzialmente utilizzati, si trovano in un crescente stato di degrado e risultano inadeguati ad accogliere i tanti pazienti che vi si recano in visita. Il portale d'ingresso della ex Gil è arrugginito, la facciata del palazzo è fatiscente, i gradini e le piastrelle dei pavimenti di marmo sono scivolosi e in diversi punti rotti e sbeccati, e i locali della ex Guardia Medica sono abbandonati a se stessi. Non meglio alla ex Scuola Da Vinci, dove il percorso di accesso per i disabili e l'area di attesa sono invasi da mozziconi di sigarette, fazzoletti di carta e quant'altro, inoltre, il piano aziendale di viabilità presenta parecchie criticità: il camminamento per i pedoni è presente unicamente per l'entrata ma non per l'uscita, lo stradello, che viene usato anche dai mezzi della Protezione Civile, è stretto e spesso occupato da auto in sosta e i marciapiedi sono dissestati. Insomma, le strutture fisiche dei luoghi in oggetto e le condizioni di esercizio non sembrano garantire una sufficiente sicurezza per gli utenti e i lavoratori, oltre a ciò, aree pertinenziali abbandonate a se stesse e un'isola ecologica trasformata in discarica completano e tracciano il quadro di una situazione a dir poco allarmante. In conclusione, la Regione occupa tramite l'ASL due stabili per metà, non realizza quanto stabilito (Casa della Salute e Scuola Infermieri), conduce una cattiva gestione della cosa pubblica e si avoca a sé il diritto di mettere in vendita lo stabile del vecchio distretto, pur essendo un edificio storico (Ex Gil) e vincolato.
Ma che bell'esempio di razionalizzazione e buona amministrazione!
E allora, chissà se in merito a questo stato dei fatti il vicesindaco Roberta Crudeli, assessore alla sanità oltreché dipendente ASL in aspettativa, batterà i pugni sul tavolo dei suoi datori di lavoro, oppure preferirà estraniarsi dal contesto in cui si trova. Nel frattempo cittadini e lavoratori chiedono chiarezza, risposte e soluzioni.