“E’ stato impossibile fare un discorso programmatico serio con il PD e non ci interessava arrivare ad un accordicchio come quello del ticket Ricci-Evangelisti: per questo abbiamo lasciato il tavolo e correremo da soli alle prossime elezioni amministrative di Massa”. Il candidato sindaco del Partito Repubblicano Italiano, Guido Mussi, ha voluto fare chiarezza stamattina con gli organi di informazione cittadini in merito agli ultimi sviluppi delle trattative per trovare un nome unitario del centrosinistra, anche luce di “evitare equivoci oltre che gli interessi ad equivocare”.
Mussi ha ricostruito tappa per tappa quanto accaduto: “Siamo partiti a novembre con il confronto fra tutte le forze del centrosinistra, eccetto il Movimento 5 Stelle che si è subito tirato fuori, come ha fatto Unione Popolare. Alcuni candidati definiti civici non si sono mai presentati ed anzi hanno cercato voti contro la coalizione. La nostra idea di fondo era che non servisse rilevare i problemi ma che bisognava indicare soluzioni per risolvere il degrado della città, degrado che si è accentuato con l’amministrazione di centrodestra. Noi siamo stati sempre presenti e ci siamo battuti per trovare una quadra attraverso programmi condivisi e candidati unitari. Purtroppo non è stato trovato un accordo su niente e quindi siamo usciti con il mio nome, senza però mai avere risposte dal Partito Democratico. Eravamo favorevoli alle primarie di coalizione in quanto unico strumento per trovare un candidato, ma le lotte violente all’interno del PD hanno portato alla paralisi del partito stesso e del tavolo del centrosinistra. Poi il PD ha deciso di imporre il proprio candidato, il segretario comunale Emilio Ricci, figura ineccepibile ma di non grande rilevanza sotto il profilo politico. Tutto questo, senza contraddittorio e senza mostrare aperture. A questo punto tutti si sono sfilati, mentre dei civici Fabio Evangelisti e Cesare Ragaglini non c’era nessuna traccia”.
Poi il colpo di scena provocato dall’intervento dell’onorevole pentastellato Riccardo Ricciardi che auspicava un candidato unitario. “Abbiamo dato la nostra disponibilità a trattare – prosegue Mussi – per il bene della città che è superiore a tutto. Però il giorno dopo il numero 2 nazionale del Movimento è stato sfiduciato dalla coordinatrice provinciale Luana Mencarelli, diventando il numero 3 a livello locale. Il tavolo però è andato avanti e ad esso si sono seduti anche Evangelisti e Ragaglini, con quest’ultimo che si subito alzato. Noi abbiamo fatto alcune proposte: che il confronto fosse pubblico e quindi trasparente, e che tutti facessero un passo indietro in modo da ripartire da zero e da individuare un nome unitario fra i quattro presenti al tavolo o all’esterno. Tutto questo sulla base di un discorso programmatico serio e non di un accordicchio”.
Ebbene: “Nessuno ha parlato di programmi, nessuno ha accettato l’incontro pubblicato, nessuno ha fatto un passo indietro. Tutte le nostre proposte – sottolinea Mussi – sono state bocciate”. Poi la sorpresa: “Prima della riunione di martedì esce la notizia dell’accordo puramente elettorale e non programmatico fra PD ed Evangelisti. A quel punto abbiamo detto ‘no, grazie’ e abbiamo ritenuto inutile partecipare perché si trattava solo di un incontro per decidere cosa dare a questo o quello. Oltretutto non si tratta di un’alleanza sui contenuti, e quindi è destinata a sciogliersi come neve al sole, ma solo di un ticket elettorale, ovvero di un modello politico che in passato ha prodotto solo disastri”.
“Riteniamo di essere l’unica forza vera del centrosinistra e che il PD non abbia rappresentanza – afferma ancora Mussi - : nell’immagine che gira dopo l’accordo sono perfino spariti i suoi colori. Noi diciamo basta e che occorra fare un discorso completamente diverso. Siamo piccoli ma coerenti e seri: il PRI è l’unico partito che si presenta dal 1946 con il simbolo dell’edera, che ha una storia e dei valori. Noi crediamo nei programmi e nella sana amministrazione, e per battere questo centrodestra combatteremo con la forza delle idee e mostrando quello che non ha fatto. Come è possibile riconfermare Persiani o Guidi, che si rinfacciano vicendevolmente inefficienze nel governo della città? Siamo ormai al tifo da stadio”.
E conclude: “In questi cinque anni non c’è stata una vera opposizione in consiglio, mentre noi l’abbiamo fatta all’esterno in modo costruttivo organizzando convegni sulle problematiche della città ed elaborando proposte serie e concrete. Consapevoli di tutto ciò, ci rivolgiamo a tutti cittadini, in particolare ai delusi che non vanno a votare, affinché conoscano e approfondiscano i nostri programmi. In più abbiamo messo a punta una lista che rappresenta tutti i settori sociali della città, non fatta di vecchi politici trombati”.
E’ intervenuto anche Giorgio Raffi, segretario della sezione “Giuseppe Mazzini” del PRI: “Dopo che i maggiori esponenti della giunta di centrodestra si sono dati di incapaci – ha detto – per il centrosinistra era un’occasione unica per riconquistare la città. Fra l’altro questo schieramento nel 2008 aveva sfiorato l’80% dei consensi quando andarono al ballottaggio per eleggere il sindaco Roberto Pucci e Fabrizio Neri, e quindi avrebbe grandi potenzialità. E’ evidente che questa politica non funziona. Siamo delusi dal PD, e adesso dobbiamo constatare perfino come un giovane democristiano sia riuscito a rivitalizzare il vecchio PCI”.