Stamani, a pochissimi minuti dalla scadenza per gli apparentamenti, Cosimo Ferri ha sciolto le riserve ed accettato di portare acqua al mulino di Caffaz.
"Avevo tre possibilità: o restare fermo, oppure apparentarmi uno dei due candidati sindaco. Voglio precisare, ma credo sia chiaro, che la scelta di stare fermo sarebbe stata la più comoda, meno rischiosa anche in relazione ai miei rapporti politici nazionali".
Eppure Ferri ha superato la posizione comoda e, dopo ore di riunioni con le liste che lo hanno sostenuto al primo turno, con la maggioranza del sostegno ha scelto di metterci ancora la faccia, per Carrara, per lo sprint finale.
"Non giocare la partita non era nel mio e nel vostro stile. Tutto qua! Si riparte con più grinta di prima: queste sono le regole della democrazia per chi come noi seppur per poco non è riuscito ad arrivare al ballottaggio".
Ferri ci tiene a rimarcare il brillante risultato ottenuto al primo turno con tre sole liste e con una campagna elettorale iniziata in netto ritardo rispetto agli avversari.
"Con il nostro 15,2 per cento di voti, mi sono presentato ai tavoli dei due candidati sindaci, in momenti diversi e dopo aver coinvolto ad ogni passo le squadre che mi hanno sostenuto, in modo trasparente: ci tengo a evidenziare questo mio metodo di lavoro, che altri non hanno".
Ferri precisa: "Per signorilità ho dato la precedenza all'appuntamento con l'Arrighi, poi ho ricevuto Caffaz. Io non ho posto alcuna condizione a nessuno, ma non ne accetto da altri. A me interessa solo Carrara".
E quindi Ferri tira le somme delle trattative: "Come immaginavo, in Caffaz c'è stata grande apertura su tutto, anche su una ripartenza da un progetto riformista e nuovo che sia condiviso".
Non è andata così, invece, con l'Arrighi: "Nell'unico incontro che ho avuto con lei, purtroppo l'ho trovata priva di autonomia, ostaggio del suo partito: un Pd che ripropone la stessa operazione politica con i soliti schemi calati dall'alto, irremovibili, al solo scopo di prendere tutto il prendibile".
E Ferri spiega senza mezzi termini ciò che è successo: "Voglio dirlo chiaramente, perché ritengo giusto che Carrara sappia: con la solita supponenza, il Pd mi ha proposto il cosiddetto "Piano B": ovvero, un accordo politico con cui ci assicura il contentino di qualche poltrona, ma senza apparentamento. In altri termini, il solito accordo sottobanco senza l'ufficialità dell'apparentamento".
E aggiunge: "Il mio metodo non è questo e quindi ho detto NO alle poltrone da piano B! L'idea di nuova politica è un'altra: dialogo, autonomia, determinazione nell'interesse di Carrara".
È così è maturata la decisione di apparentarsi a Caffaz: "Io non ci sto ai dicktat del Pd e non metto la mia faccia sulla sua candidatura: mi spiace cara Arrighi ma per Carrara ho in testa solo la serie A".