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Scritto da Redazione
Politica
12 Marzo 2021

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“Ci rammarica dover prendere atto delle esternazioni con le quali il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, ha deciso di intervenire a gamba tesa nell’ambito di un’Istituzione privata, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, dotata di autonomia decisionale e dei propri organi di controllo tali da garantire la massima trasparenza e correggere eventuali errori. Una vera e propria intromissione in un Ente che non è una partecipata o controllata in alcun modo da parte del Comune e dell’amministrazione pro tempore che lo rappresenta. La verifica del possesso dei requisiti dei consiglieri nominati, compreso quello di residenza, rappresenta un passaggio che, come previsto dall’art. 22 dello Statuto, viene effettuato dal Consiglio di amministrazione a seguito della nomina stessa e non a priori. E’ altresì un atto dovuto nel caso in cui altri candidati presentino delle segnalazioni pertinenti che sollevino dubbi più che leciti”.

Sono il presidente della Fondazione, Enrico Isoppi, e il vice presidente, Sergio Chericoni, a entrare nel merito della vicenda balzata negli ultimi giorni agli onori della cronaca a causa di una spiacevole fuga di notizie.

“E’ ormai noto che nella procedura di nomina dei nuovi membri del Consiglio di amministrazione ci sia stato un risultato ex aequo fra tre candidate. Una di loro è stata esclusa per l’età inferiore, a norma di Regolamento che, lo ricordiamo, rappresenta il documento operativo per l’applicazione dello Statuto della Fondazione. Si tratta quindi di applicare procedure di verifica non in maniera autoritaria ma in maniera quanto più trasparente possibile: non abbiamo preso alcuna decisione sulla vicenda ma abbiamo preferito rivolgerci, oltre che a consulenti di alto livello professionale, all’Acri, l’Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio che lavora a stretto rapporto con il Ministero dell’economia  e delle finanze. Un soggetto terzo, esterno e assolutamente super partes, per chiarire ogni singolo aspetto. Nei giorni scorsi ci ha consegnato un parere che a breve finirà all’attenzione del Consiglio di amministrazione a cui spetterà l’onere di una decisione ponderata e in linea con i documenti che rappresentano i pilastri portanti della Fondazione, ossia lo Statuto e il Regolamento. E’ quindi evidente che la nostra azione va in una direzione completamente opposta a quella rappresentata dal sindaco di Carrara: stiamo applicando le regole e valutando la corretta applicazione di Statuto e Regolamento nell’interesse supremo della Fondazione, così da permettere al Cda di prendere la migliore decisione possibile”.

E su questo punto Isoppi e Chericoni ci tengono a precisare un’ulteriore inesattezza da parte del primo cittadino di Carrara: “Il Comitato di indirizzo ha valutato nel merito le domande dei candidati mentre la verifica dei requisiti, lo ribadiamo, è demandata alla valutazione successiva dell’organo competente, ossia il Cda, in base all’articolo 22 dello Statuto. E’ chiaro, o dovrebbe esserlo a questo punto, che non c’è nessun tentativo di ribaltare alcun risultato, tantomeno con artifizi o soluzioni pasticciate come sostiene il sindaco di Carrara. E sulla vicenda delle quote rosa, ricordiamo che il Mef non è mai intervenuto sulla legittimità dell’elezione di presidente e vice ma ha ravvisato la necessità di un intervento sui tre membri nominati in precedenza nel Cda senza adeguato rispetto della quota di genere. A seguito della valutazione del Mef, la Fondazione ha provveduto, come indicato, alla sostituzione di uno dei membri di genere maschile del Cda con uno di genere femminile. Questo a ulteriore conferma che il sistema Fondazioni conta su organi decisionali e di controllo che garantiscono l’assoluta trasparenza”.

Infine Isoppi e Chericoni si rammaricano per l’incresciosa situazione determinata da una fuga di notizie per la quale già si sono personalmente scusati con la persona coinvolta. “Riteniamo la Fondazione parte lesa della vicenda e chiederemo al Consiglio di amministrazione l’autorizzazione a segnalare il fatto alle autorità competenti a tutela dell’immagine della Fondazione stessa”.

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