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Scritto da Redazione
Politica
21 Aprile 2020

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Ci mette l’anima e il cuore e lo si capisce subito quando comincia a parlare del lavoro del settore che da tre anni guida come assessore al sociale: si capisce che l’ultima cosa che le interessa è il valore della poltrona su cui siede e che veramente ci sta mettendo tutto l’impegno possibile per fare qualcosa di buono per la fascia più delicata e fragile della società.

Un impegno che l’emergenza coronavirus ha reso totale e prioritario su tutti gli altri settori dell’amministrazione perché improvvisamente ha allargato a dismisura quella fascia sociale e perché sta battendo il tempo ad un ritmo forsennato con incombenze sempre più stringenti. Abbiamo chiesto all’assessore Anna Galleni di parlarci di questo momento particolarmente critico per il settore sociale e di ciò che l’amministrazione carrarese sta facendo per i cittadini in difficoltà.

Assessore, come sta affrontando il settore sociale l’emergenza in corso? Ci sono cambiamenti nel lavoro che viene svolto?

Questa pandemia ha stravolto la quotidianità e gli approcci, anche lavorativi. Al settore sociale abbiamo da subito scelto di fare colloqui solo allo sportello e di consentire a molti dei nostri dipendenti di lavorare da casa, altri invece sono in ferie. Ciò consente possibilità di turnazioni e di sostituire chi si dovesse ammalare, in modo da garantire sempre e comunque la continuità del servizio. Il personale sta dimostrando molta professionalità, abnegazione e un forte spirito di comunità che va ben oltre i doveri di dipendenti pubblici. L’antivigilia di Pasqua erano in settore, chi a rispondere alle chiamate, chi a compilare le schede dei bonus alimentari. Li ho visti davvero lavorare senza sosta. C’è chi ha terminato e inviato elaborati alle 23.00 della domenica. Forse dall’esterno è difficile percepire qual è la mole di lavoro che si sta svolgendo, ma assicuro che è davvero tanta e quindi li ringrazio di cuore. Un ringraziamento va anche alla dirigente, dottoressa Micheletti che oltre al sociale sta gestendo anche quello della Polizia Municipale, altrettanto importante ed impegnato in questo frangente. E’ riuscita a creare in poco tempo un’ottima sinergia e a gestire ritmi lavorativi davvero elevati. Infine, non posso non menzionare l’imponente lavoro che sta svolgendo anche la Protezione Civile e i sui validissimi volontari, che si interfacciano quotidianamente col mio settore. 

Quali sono, in questo momento, le priorità che avete?

In questo periodo stiamo affrontando una battaglia contro il tempo per i contributi al sostegno alimentare: diversi nostri concittadini, oggi, non hanno alcun tipo di entrata mentre le loro spese continuano a correre. Sono arrivate a oggi circa 1670 domande e ne continuano ad arrivare ancora. La maggior parte sono state raccolte per via telefonica. Si è pensato a questa modalità per evitare occasioni di contagio come le file e gli assembramenti agli sportelli comunali e per aiutare anche chi non ha dimestichezza con internet. Le schede, comprese quelle inviate tramite mail, vengono poi passate al vaglio delle assistenti sociali che chiamano per chiarimenti o integrazioni e alla fine si esprimono sulla accoglibilità, con o senza priorità, della richiesta. I fascicoli ripassano al personale amministrativo che procede a preparare i buoni e le schede di consegna. A questo punto entrano in campo i nostri volontari, altrettanto eccezionali: sono loro, infatti, che raggiungono a casa i nostri concittadini e consegnano il tutto. La consegna a domicilio è stata pensata per preservare due valori: la salute, perché con una distribuzione centralizzata si sarebbero creati pericolosi assembramenti e la dignità, perché può essere umiliante stare in fila per percepire i buoni. Come ho già chiarito, stiamo dando la precedenza a chi non riceve alcun tipo di contributo, alle persone a reddito zero. So che ci sono persone che hanno un sostegno minimo, di poche centinaia di euro, assolutamente insufficiente. Penseremo anche a loro dopo aver evaso le richieste di chi non ha alcuna entrata e non sa come acquistare il cibo. Ma le nostre priorità non si fermano a questo: abbiamo anche in “cantiere” il bando per il contributo affitto; interventi per gli anziani soli che hanno necessità di fare la spesa; e proseguono tutte le attività del settore dei minori, che non si è mai fermato. Insomma, il settore sociale è un albero con diversi rami, tutti importanti e delicati che non possono essere trascurati. 

A che punto è la consegna dei buoni pasto?

A oggi abbiamo consegnato buoni per un valore complessivo di circa 180.000 euro. Quindi siamo nell’ordine di circa 700 nuclei familiari che hanno ricevuto aiuti. Spero che entro fine aprile, inizio maggio, ce la faremo a portare a termine le valutazioni e le consegne. Ma come ho detto, le richieste continuano ad arrivare. 

Ritiene sia sufficiente l’intervento dello Stato o pensa che sarà necessario una correzione affidata a ciascuna amministrazione locale? Nel secondo caso come pensa di agire?

In realtà credo che al dramma sanitario, che è enorme, si stia affacciando un dramma altrettanto imponente di tipo economico-sociale, che non si risolverà nell’arco di un mese. La risposta a uno scenario del genere deve essere necessariamente governativa: interventi strutturali su lungo periodo ed interventi tampone, tipo questo, sul breve periodo che non può però essere limitato a solo un mese. Nel caso ciò non si verifichi un comune come il nostro, già pesantemente indebitato, avrebbe enormi problemi nel dar risposte anche alla luce del fatto che, mentre le spese continuano a correre, buona parte delle entrate, fortemente riferite all’industria locale, sono cessate. In attesa di interventi ulteriori del governo, ho fatto predisporre l’apertura di un conto finalizzato ad aiutare i nostri concittadini su cui, chi è in condizione di farlo, può effettuare una donazione. Ho inoltre chiesto al settore di valutare quali capitoli di spesa non verranno utilizzati per eventualmente riconvertirli a tal fine. Infine ho rafforzato la rete del volontariato che si occupa della distribuzione del cibo. Anche loro persone eccezionali ed insostituibili. 

Come è la sua giornata tipo, assessore, in questo periodo?

Da fine febbraio sono in comune tutti i giorni da mattina a sera inclusi i week nei quali, però, a volte vado solo il pomeriggio e tiro fino a tarda sera. Ho saltato solo un sabato, in cui non mi sentivo particolarmente in forma, ma mi sono collegata da casa in teleconferenza. Ma non sono da sola. Anche il sindaco e la maggior parte degli altri membri della giunta si stanno comportando allo stesso modo. Lo trovo un comportamento del tutto normale e doveroso, visto cosa sta passando il nostro paese e la nostra città. 

Qual è la situazione reale delle famiglie in difficoltà a causa dell’epidemia? Quanto è cambiata rispetto a prima?

Quando nel dicembre del 2019 ho comunicato per la prima volta i dati relativi alle richieste del reddito di cittadinanza, quei numeri hanno fatto emergere in tutta la loro drammatica chiarezza l’enorme sommerso di povertà della nostra città. E devo dire che il RDC è stata una misura molto importante, che ha consentito a chi lo ha percepito di avere un po’ di respiro. Oggi abbiamo una nuova imponente ondata di persone nel bisogno: chi fino a ieri aveva una partita iva, chi aspetta la cassa integrazione, chi facendo qualche lavoretto ce la faceva a stare a galla. Oggi tutte queste persone sono in povertà. Sono coloro che erano fino a ieri “sconosciuti al settore”. Quanto durerà questo loro stato è direttamente proporzionale al tempo che occorrerà a riavviare l’economia. Una situazione, quindi, più che seria. 

Le strutture ad alta densità abitativa come le Rsa e i Cas, secondo lei sono state sufficientemente tutelate? In che modo si potrebbe garantire maggior sicurezza a queste situazioni?

I CAS sono sotto l’egida della Prefettura e il nostro prefetto è persona molto attenta. So che alcuni CAS hanno provveduto a sanificare le strutture, attività virtuosa che denota attenzione. Quanto alle RSA, i loro utenti sono certamente le persone statisticamente più a rischio. La nostra RSA è stata una delle prime a chiudere immediatamente le visite ai parenti e so che il presidente, da subito in prima linea, è quotidianamente impegnato a risolvere e anticipare le problematiche. Anche il nostro sindaco segue con grande attenzione la situazione ed ha chiesto ad ASL di rafforzare la nostra RSA con personale sanitario, proprio per garantire ulteriormente gli ospiti. 

Che ne pensa della polemica sul caso della partita dei migranti dell’hotel Dora?

Siamo in un periodo in cui la gente ha i nervi scoperti e prende a male parole anche chi passeggia per strada senza mascherina. Quindi permettere quella partita ha di fatto esposto questi ragazzi alle intemperanze del vicinato. So inoltre che la Polizia Municipale si è dovuta attivare due volte: a seguito della prima intimazione allo stop, i nostri agenti sono stati costretti ad intervenire 40 minuti dopo perché il gioco non era cessato. In questo caso, credo che chi era preposto alla gestione dei ragazzi non abbia fornito loro quantomeno un buon esempio: se la municipale chiede di cessare un’attività non si può far passare il messaggio che questa richiesta può essere bellamente ignorata. C’è un ulteriore fatto, generato da questo episodio, che ho trovato poi a dir poco rivoltante: siccome questi ragazzi hanno la pelle di un altro colore, l’accaduto è stato preso a pretesto da un branco di razzisti da tastiera per vomitare, per ore e giorni, il peggio del peggio. Evidentemente a questi la pandemia in corso non sta insegnando nulla sul valore della vita e sul sentimento di fratellanza. 

Pensa che l’utilizzo degli orti urbani cittadini possa essere d’aiuto in questo momento?

In questo momento c’è un contenzioso aperto sugli orti perché il comune ha contestato i lavori alla ditta che li stava eseguendo, quindi è tutto fermo e non si può utilizzare il cantiere. Questa circostanza è ben nota, è stata riferita più volte in consiglio comunale. Inoltre anche se per “magia” fosse possibile aprirli domani, non è che dopodomani si raccolgono i frutti. La terra va fresata, le sementi piantate, annaffiate, le piante devono crescere… Dire apriamo gli orti così le persone possono cibarsi del raccolto e risparmiare sulla spesa è una narrazione populista che non mi appartiene e che lascio volentieri a chi si rivolge ai propri concittadini come se stesse parlando ad una massa di allocchi. 

Qual è la situazione dei contagi a Carrara nel senso delle fasce d’età colpite?

Le fasce ricalcano le linee nazionali. I più giovani sono meno soggetti a contagio e reagiscono meglio. E’ statisticamente letale per le persone più avanti negli anni e con altre patologie in corso. Sulla pagina facebook del sindaco è sempre presente un link che rimanda a un grafico in cui è ben evidenziato il trend del contagio nel nostro Comune: è un ottimo strumento per monitorare la situazione, predisposto dall’assessore Andrea Raggi che lo aggiorna quotidianamente con i dati di Asl. Questi numeri ci dicono una cosa: non dobbiamo mai abbassare la guardia finché non verrà trovato un vaccino. E per abbassare la guardia intendo anche e soprattutto attenersi a nome igieniche e distanziamento. Tutti i giorni, nessuno escluso

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