"È notizia di questi giorni - riferisce con toni molto preoccupati l'associazione ambientalista Italia Nostra Apuo-Lunense - di un'autentica via crucis dei cavatori verso Firenze, in Regione, per far cambiare le regole del gioco; per "sdemanializzare" le fosse demaniali, come se si trattasse di un bene pubblico da utilizzare a piacimento o di pagare un canone. Non è consentito "alterare" il reticolo idraulico (bene demaniale speciale) riducendo la salvaguardia e la funzionalità idrogeologica del territorio".
"Si tratta delle cave - fanno sapere con una nota dall'associazione - che hanno scavato all'interno di fosse demaniali o, peggio, che hanno scaricato detriti nelle fosse in violazione delle norme di salvaguardia al vincolo idrogeologico e in carenza di concessione. Di fronte all'emersione dell'ennesima difformità generalizzata delle cave che-denuncia Italia Nostra- con la tolleranza delle amministrazioni, hanno "usato a piacimento" beni comuni, cioè le fosse demaniali, con funzione diversa rispetto all'utilizzo dello scavo o scarico di detriti, non è pensabile che si voglia nuovamente sanare tutto, e mettere ancora una volta le difformità sotto la "pietra".
Si dice stupita infatti l'associazione: "Per le varie prese di posizione a favore di una nuova sanatoria ambientale".
"Ancora una volta - esegue l'affondo Italia Nostra, alludendo a un gioco di ruoli tra amministrazione comunale e Regione - rimaniamo stupiti che si chiami in causa la Regione o, meglio, che intervengano politici della Regione per "mettere" una "pezza" - ennesima sanatoria - a comportamenti non autorizzati e, dunque, illegittimi, compiuti da ditte, tante, che hanno "usato" beni comuni, le fosse demaniali, per scopi privati non autorizzabili.
Ancora una volta - insiste Italia Nostra - invocando la protezione dei lavoratori e il rischio licenziamenti, si chiede una nuova sanatoria ambientale per le cave".
"Le regole ci sono per tutti, o no? Perché, se le regole valgono per qualsiasi cittadino, al monte come al mare, chiamato a rispettarle, non valgono anche per le cave, per i tecnici che progettano, per le amministrazioni che approvano e per le ditte che eseguono?".
L'associazione ambientalista Italia Nostra Apuo–Lunense si rivolge provocatoriamente a Comune, Regione e Demanio e conclude: "Di fronte a questo ennesimo tentativo di stravolgere le regole, diciamo basta a nuove sanatorie o regolamenti "cuciti addosso alle ditte e fatti solo per alcuni".
Diciamo sì al rispetto delle regole e alla tutela del territorio. Per evitare l'ennesimo disastro ambientale, chiediamo il ripristino della funzionalità dei fossi demaniali che sono stati utilizzati per scopi diversi, non certo in salvaguardia idrogeologica del territorio".