Alla lettera aperta inviata da Italia Nostra Apuo-Lunense "L. Biso" al sindaco pentastellato Francesco De Pasquale, risponde l'assessore alla cultura Federica Forti la quale, però, lascia del tutto insoddisfatta l'associazione culturale e ambientalista.
L'oggetto del contendere sono i 90 preziosi semilavorati d'epoca romana disseminati dal 2009 presso diverse cave carraresi e per i quali Italia Nostra Apuo-Lunense reclama adeguata tutela e, a questo punto, un parere dell'Ufficio legale del Comune. In un comunicato l'associazione sottolinea tutto il suo disappunto per la risposta ritenuta inadeguata di Federica Forti che aveva reso noto, replicando all'associazione, la realizzazione di un parco presso la cava romana di Fossacava dove i reperti archeologici avrebbero trovato collocazione.
"Abbiamo inviato a De Pasquale una lettera aperta, ma il sindaco - fanno sapere dall'associazione non nascondendo una punta di sarcasmo - è rimasto muto. Ha risposto l'assessora Forti. Alla domanda "Dove vai?", l'assessora risponde "Son cipolle!" Così, di fatto, è definibile la risposta alla nostra richiesta di spiegazioni in merito all'inosservanza, da parte degli uffici comunali, dell'ordinanza Marchetti che prescrive l'obbligo di tutela dei circa 90 semilavorati d'epoca romana giacenti, dal 2009, presso diverse cave attive di Carrara".
L'associazione entra quindi nel merito della critica rimarcando come l'assessore abbia schivato la risposta nel merito, vale a dire circa l'applicazione dell'ordinanza Marchetti che prevede la salvaguardia dei beni archeologici e commenta quindi: "L'assessore parla di un "progetto espositivo" da realizzarsi a Fossacava "in cui collocare alcuni di questi manufatti" e si dilunga su di un tema del tutto estraneo alla nostra istanza. Noi chiediamo-insiste l'associazione- di intervenire sulla tutela di una parte fondamentale della storia archeologica di Carrara abbandonata da oltre un decennio all'incuria e alla dispersione e ci viene risposto (?) che a Fossacava sorgerà un parco archeologico inteso come "museo diffuso sul territorio" che ingloberà anche il Museo del Marmo, come depositario di archeologia industriale. Ora, delle due una: o l'assessore elude la domanda consapevolmente oppure non ha compreso il nostro intervento. Entrambe le possibilità dovrebbero preoccupare molto i cittadini di Carrara e portarli a riflettere - ammonisce Italia Nostra Apuo-Lunense che richiama alle responsabilità legate a un territorio dotato di un fragile patrimonio culturale - sulla condotta di chi tiene nelle proprie mani la cultura della nostra città. Torniamo dunque a chiedere perché non si opera a tutela dei semilavorati lunensi ancora presenti nelle cave e perché non si applica l'ordinanza Marchetti".
In chiusura Italia Nostra Apuo-Lunense chiama in causa l'Ufficio Legale del Comune e annuncia: "A questo punto, riteniamo doveroso coinvolgere direttamente anche l'Ufficio Legale del Comune per sollecitare il suo parere al riguardo. Relativamente ai progetti su Fossacava, stiamo approntando uno specifico dossier che, a breve, renderemo pubblico ai nostri concittadini".