La megapartecipata del comune di Carrara, Nausicaa è un’azienda in buona salute quindi non dovrebbe richiedere le misure varate dal governo per andare incontro a quelle aziende che sono in grave difficoltà a causa del blocco totale delle attività per pandemia. Questo è l’assunto su cui il coordinamento di Italia Viva Carrara ha fondato la sua condanna della richiesta della cassa integrazione per i dipendenti di Nausicaa.
“La megapartecipata del comune – ha spiegato Fabrizio Volpi coordinatore comunale di Italia Viva – pur essendo in buona salute dal punto di vista economico ha palesato l’intenzione di utilizzare con scaltrezza i provvedimenti emanati dal governo nazionale, a fronte di un’emergenza sanitaria senza precedenti, scaricando i costi sui lavoratori e di rimando sulla collettività. Stamani abbiamo appreso che un minimo cambio di rotta da parte del presidente Luca Cimino c’è stata, infatti, martedì scorso, in seguito ad una trattativa sindacale è stato firmato un accordo nel quale Nausicaa si impegna entro ad una settimana a valutare la modalità smart working (telefono , internet ect) per alcune categorie di lavoratori. Inoltre pare che vengano anche promosse attività di formazione e di progettazione nell’eventualità di realizzazione del progetto estate ragazzi, Coronavirus permettendo.”.
Il problema sollevato da Italia Viva in relazione alle scelte gestionali di Nausicaa, in realtà, si ritrova in molte situazioni simili in tutto il paese per cui Italia Viva ha preso una posizione generale di condanna di tutte quelle aziende pubbliche e private che, approfittando dell’epidemia di coronavirus, mettono in cassa integrazione le categorie più a rischio, presentando richieste nonostante abbiano bilanci aziendali attivi.
“Le richieste - ha spiegato Volpi - come da decreto, non prevedono neppure che siano avallate dagli accordi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali, che devono solo essere informati. Ciò ha determinato l’impossibilità dei sindacati di battersi per tutelare i lavoratori. Quindi molte imprese, tra le quali anche Nausicaa, hanno deciso la sospensione dei lavoratori e l’attivazione delle cassa integrazione senza motivi e giustificazioni. Questo comportamento è sicuramente imputabile ad una politica di irresponsabili ai limiti della decenza praticata dall’ amministrazione 5 Stelle che mira solo al profitto e non tutela i propri dipendenti.”.
Casi simili a quello di Nausicaa si sono verificati in questi giorni in Campania: aziende pubbliche e private con ottimi profitti e con la possibilità di far lavorare ugualmente i propri dipendenti che hanno invece deciso di chiedere la cassa integrazione e a denunciare l’anomalia è stata propria la consigliera regionale campana e pentastellata Maria Muscarà.
Un'azienda partecipata che svolge un’attività essenziale, non può essere orientata a richiedere l’utilizzo dei cosiddetti ammortizzatori sociali per centinaia di lavoratori e lavoratrici, nonostante la disponibilità di trasferimenti milionari da parte di risorse pubbliche: questo è il concetto ribadito da Italia Viva.
“Dopo Pasqua - ha concluso Volpi - confidiamo che le nuove comunicazioni da parte del presidente Luca Cimino siano a favore dei lavoratori e che la retribuzione al 100% delle ore svolte siano riconosciute anche per tutti gli altri dipendenti. Come Italia Viva, infine, sollecitiamo il presidente Enrico Rossi, il Ministero del lavoro, l’INPS, ma anche gli organismi di controllo come la Guardia di Finanza ad effettuare controlli incrociati per verificare la veridicità dello stato di crisi dell'Azienda Multiservizi Nausicaaa. Aziende con fatturati e bilanci positivi infatti devono continuare le loro attività e concordare con i dipendenti l’utilizzo delle ferie o prevedere attività alternative, senza ricorrere ad aiuti dello Stato. Se non verrà riconosciuto l'errore di valutazione e non sarà presa la decisione di rinunciare ai benefici del FIS, Nausicaa sarà colpevole di attuare una scelta ingiustificata e speculativa ai danni dei lavoratori e della collettività.”.