"Siamo sconcertati dalla risposta del sindaco Serena Arrighi al grido di allarme lanciato da un numeroso gruppo di commercianti del marmo". Comincia così un intervento del consigliere di opposizione Simone Caffaz sulla legge regionale 35/2015 e sul vincolo alla lavorazione in loco del cinquanta per cento del marmo escavato. "A fronte di una richiesta di dialogo di imprenditori e commercianti - argomenta Caffaz - Arrighi se n'è incredibilmente lavata le mani affermando che l'attuale situazione prescinde dalla sua volontà, derivando dalla legge regionale 35/2015, e invitando gli scriventi, piuttosto che a dialogare con lei, a rivolgersi a un organismo burocratico, ovvero l'osservatorio del marmo del Consorzio Zia". A questo punto arriva l'affondo di Caffaz: "Al di là della sgradevolezza della risposta, considerato che un sindaco non dovrebbe mai negare un confronto a un nutrito gruppo di cittadini, è la sostanza della missiva della Arrighi a preoccuparci. Infatti, da un lato scarica su altri, ovvero sul consiglio regionale, la responsabilità della situazione attuale, consiglio che tuttavia ha una maggioranza analoga alla sua e di cui lei, sin dal giorno della sua candidatura, ha dichiarato di condividere l'operato. Anzi, alcuni suoi accaniti sostenitori come ad esempio la Cgil, sotto la cui bandiera Arrighi ha sfilato nella famosa manifestazione contro gli imprenditori, ha in questi mesi alzato la posta arrivando a parlare di una lavorazione in loco che deve tendere alla totalità dell'escavato. Dall'altro lato, Arrighi omette di ricordare che la potestà regolamentare, applicativa della legge 35, è di esclusiva competenza comunale e, solo per fare un esempio, la commissione marmo sta attualmente discutendo l'emendamento al regolamento degli agri marmiferi proposto dal consigliere di Carrara Civica Massimiliano Bernardi volto a far rientrare nel materiale considerato lavorato in loco le opere di prima riquadratura. Cosa pensa la sindaca Arrighi di questa proposta che mitigherebbe gli effetti della legge sulla commercializzazione pur non risolvendo il problema delle aziende prive di filiera strutturata? Perché, almeno su questo tema, Arrighi che è pure assessore al marmo oltreché componente del Consiglio comunale non si esprime?".
Poi l'analisi del consigliere di opposizione diventa economica:"È di tutta evidenza che le conseguenze della norma sul 50 per cento sono essenzialmente due: la prima è l'aumento dell'offerta di lavorati che, in presenza dell'attuale domanda, finisce inevitabilmente per ridurre il prezzo e quindi svalutare il bene. Considerato che questo fenomeno è già in corso, è questo il desiderio della sindaca Arrighi? La seconda conseguenza è che con l'attuale normativa scompariranno completamente quei commercianti che hanno portato il marmo di Carrara in tutto il mondo (è evidente che loro, per definizione, non potranno mai strutturare una filiera) e gli imprenditori stessi subiranno un processo di concentrazione che finirà inevitabilmente per creare un oligopolio o, più probabilmente, un monopolio".
"È questo il progetto della sindaca Arrighi?" conclude Caffaz. "Forse è opportuno che si decida a dialogare con i commercianti e a dare il via libera all'emendamento-Bernardi come primi passi di una inevitabile battaglia per la modifica della legge 35 volta a salvare il marmo di Carrara e le sue storiche aziende".
La legge 25/15 affossa il comparto del marmo: Caffaz chiede riforme immediate e una battaglia comune a tutte le forze politiche
Scritto da Redazione
Politica
26 Febbraio 2025
Visite: 244