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Scritto da Redazione
Politica
13 Marzo 2021

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La Regione Toscana impugna davanti al Tar il Regolamento degli Agri Marmiferi approvato dall'amministrazione Persiani e il Pd di Massa, attraverso il suo segretario comunale Norberto Riccardi, in una videoconferenza convocata ad hoc insieme ai vertici e ai consiglieri comunali dem, non usa mezze misure e parla espressamente di débacle e di cartellino rosso che la Regione fa pervenire all'amministrazione Persiani sul tema: "Si tratta di una vera e propria débacle della linea del Sindaco Persiani", definisce così infatti l'azione politica e amministrativa della compagine del Centrodestra al governo della città.

Il consigliere regionale Pd Giacomo Bugliani rafforza e ribadisce:" Faccio una valutazione politica: ad oggi rispetto al settore estrattivo che è molto importante anche per Massa, siamo in una situazione di nulla di fatto a fronte di una esigenza di disciplina del settore: a un punto fermo sui Pabe, dato che i tempi sono scaduti, e Carrara per esempio li ha approvati, e poi il Regolamento degli Agri Marmiferi al Tar, con censure piuttosto pesanti".

Diversi i nodi da sciogliere per la Regione Toscana e Bugliani mette a fuoco la pietra angolare del ricorso:" L'articolo 6 della legge regionale 35/2015 stabilisce la durata della concessione fino a un massimo di 25 anni variabili in base alla quantità di lavorazione in loco ( all'interno del distretto) la quale però non deve essere mai inferiore al 50% della produzione. Ma il Comune di Massa ha previsto che se lavori in loco più del 50% hai i 25 anni di concessione, se invece lavori in loco meno del 50%, dividendo in scaglioni, riconosce delle lunghezze di concessioni inferiori ai 25 anni ma in palese violazione della legge: perché per la legge devi lavorare in loco almeno il 50%. A Carrara hanno graduato e scaglionato ma sopra la percentuale del 50%, a Massa invece hanno scaglionato sotto quella percentuale minima. Perché andare contro la legge in modo così evidente? Con lavorazioni in loco in percentuali risibili e inferiori a quel 50%, soglia minima fissata dalla legge regionale?" chiede il consigliere regionale.

L'ex sindaco di Massa e attuale consigliere dem Alessandro Volpi punta il dito su un atteggiamento, da parte dell'Amministrazione Persiani, di assoluta mancanza di dialogo in Consiglio comunale su questioni dirimenti, dialogo che avrebbe potuto impedire questo genere di problemi:" E' evidente-asserisce Volpi- che le segnalazioni fatte in precedenza in Consiglio Comunale su alcuni punti in contrasto con la legge regionale (35/2015) avrebbero creato dei problemi. Il Regolamento è stato impugnato in tre parti decisive: la filiera locale, la scadenza delle autorizzazioni tanto che la Regione accusa di concessione perpetua e il passaggio di concessione tra società se non ci fosse continuità di soci. Ancora una volta ci troviamo quindi in una situazione amministrativa confusa, dopo gli episodi relativi alla necessità di adottare varianti urbanistiche, però rimaste arenate, e una Ricognizione degli Agri Marmiferi che lascia spazio a dubbi. Ma in Consiglio Comunale siamo sempre stati liquidati come coloro che fanno confusione. Dicono che sono tutte obiezioni infondate, ma si tratta di un dialogo tecnico-amministrativo: è un problema di inottemperanza della Legge. Con il dialogo la città avrebbe fatto un passo avanti".

 Ma vediamo più precisamente le contestazioni fatte dalla Regione Toscana al Regolamento e definite dei veri e propri macigni dalla compagine Pd massese: "Viene contestata l'illegittimità della scelta di concedere un allungamento delle concessioni marmifere anche con percentuali di lavorazione nella filiera locale inferiore al 50%, della volontà di riconoscere di fatto concessioni perpetue e di ammettere forme di trasferimento delle concessioni a soggetti terzi non ammesse dalla legge" ricorda Riccardi.

Le violazioni secondo la Regione Toscana toccano, come sottolineato da Riccardi:"Violazione e/o falsa applicazione dell'art.64 RD 1443/1927; violazione e/o falsa applicazione degli artt. 32, 38 e 39 della L. 35/2015 della Regione Toscana; eccesso di potere per irragionevolezza, sviamento e carenza di motivazione".

Entrando nel dettaglio, i Dem sottolineano l'accusa di violazione dei principi di evidenza pubblica, parità di trattamento, non discriminazione, pubblicità, libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi, contenuti nel Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea e violazione della stessa legge regionale 35/2015:" Il Regolamento-illustra Norberto Riccardi- non esplicita che le ipotesi in cui non vi è coincidenza tra titolare dell'autorizzazione e titolare della concessione, sono unicamente riferibili a situazioni derivanti da un regime concessorio antecedente alla Legge Regionale 35/2015. La legge regionale attualmente vigente, infatti, prescrive che solo colui che abbia la disponibilità giuridica delle aree estrattive, in quanto proprietario, affittuario e/o appunto, nel caso degli agri marmiferi, concessionario, può presentare domanda di autorizzazione estrattiva. Non solo; la possibilità prevista di rilasciare una nuova autorizzazione al fine di "traguardare" alla medesima data di scadenza i due atti, ovvero l'atto concessorio e l'atto autorizzatorio è in contrasto con LR 35/2015, che prevede, senza eccezioni, che alla scadenza dell'autorizzazione si determina la decadenza".

"Sono passati tre anni e di opere significative non si trova traccia e ci dispiace quando tutte le opposizioni vengono irrise e spesso aggredite" ha chiosato il segretario comunale del Partito Democratico.

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