Il tentativo di distruggere la lapide in ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo di italiani da Dalmazia, Istria e Venezia Giulia, posta all’interno dell’ex Campo Profughi di Marina di Carrara, luogo che fu una delle molte sedi che ospitarono proprio la popolazione in fuga dalla pulizia etnica messa in atto dal regime comunista di Tito con l’appoggio di alcuni partigiani comunisti italiani, alla fine della seconda guerra mondiale, ha suscitato indignazione collettiva.
Tra le prime dichiarazioni pubbliche di indignazione per l’atto vandalico c’è stata quella di Lorenzo Baruzzo, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia: “Proviamo degno per l’infame gesto - ha detto Baruzzo - compiuto alla vigilia del giorno riconosciuto per legge, è bene ricordarlo, per commemorare le migliaia di vittime italiane, preoccupazione per la deriva antidemocratica di certa sinistra , a cominciare dall’Anpi che in più di un’occasione hanno negato o giustificato il crimine compiuto ai danni dei nostri connazionali. Da parte nostra, anche se certi valori andrebbero riconosciuti da tutti, questa vigliaccata, ci convince ancor di più a continuare la nostra battaglia a difesa della nostra identità nazionale, a difesa degli italiani , di ieri, di oggi, di domani ; battaglia che continuerà giorno dopo giorno, a testa alta e senza paura di queste o di altre intimidazioni antidemocratiche.”.