Abbiamo ricevuto, da persona addentro alle cose della politica locale, questa simpatica graduatoria contenente le pagelle dei componenti la giunta del sindaco di Carrara Serena Arrighi. Ci sembrano simpatiche e tutt'altro che offensive e ci auguriamo che i protagonisti non se ne risentano nel vedere pubblicati i giudizi sul loro operato:
A fine anno è tempo di bilanci e, per la politica, anche di pagelle. Tra il serio e il faceto, ecco quindi il giudizio sul primo semestre della giunta Arrighi tra promossi (pochi), rimandati (abbastanza) e bocciati (diversi). Avviso ai permalosi: il presente testo ha una valenza politica, ma serve soprattutto per sorridere un po' in un periodo di feste. I diretti interessati evitino quindi di gravare ulteriormente sul loro fegato già provato da brindisi e libagioni.
Gea Dazzi. Ne ha dette e combinate talmente tante che se ci fosse il premio di gaffeur dell'anno sarebbe sul tetto del podio. Dalla proposta di abbattere il Politeama in poi è stata un crescendo di cantonate pazzesche e dichiarazioni che hanno imbarazzato tutti. Spiace dirlo, ma semplicemente sembra inadatta al ruolo. Né è andata meglio sul piano amministrativo: al primo banco di prova per la nuova giunta, il "suo" Natale è apparso dapprima un triste Carnevale, poi un mix tra un cupo Carnevale e un Natale squinternato. Al momento è la peggiore della compagnia, le gole profonde della politica dicono che potrebbe essere la prima a "saltare". E, quando sbatte gli occhi come quei personaggi sconsolati delle fiabe, fa tanta tenerezza. Cenerentola senza scarpetta. Voto 3.
Carlo Orlandi. Qualcuno lo ha paragonato a Marco Bracci, il dinamico assessore di Segnanini che trascorreva tutto il giorno a far cambiare lampadine e tappare buche nelle strade. Carlòn dinamico lo è un po' meno, ma almeno non chiude le porte del suo ufficio ai cittadini. Si occupa di aziende partecipate, roccaforte clientelare della sinistra carrarese, e ha debuttando distribuendo premi ai dipendenti. Come volevasi dimostrare. Quanto al resto, sinora, ha fatto vedere pochino. Zio Sam. Voto 6 meno meno
Mario Lattanzi. Un cambiamento nel 2022 c'è stato: un anno fa era il genero di Fabio Cristelli, oggi è Fabio Cristelli ad essere suo suocero. Presentato come tecnico anche se era candidato in lista (e non era la prima volta), in realtà è un avvocato piazzato al bilancio. Il "physique du role" ce l'avrebbe anche, il suo problema è semmai una certa ritrosia alla politica che tende a ridurre a mero atto amministrativo. Anche perchè lui quel ruolo lo ricopre per motivi politici e cioè per rappresentare uno dei gruppi di potere della città. Lobbista. Voto 5,5.
Lara Benfatto. Se Lattanzi rappresenta una certa parte del lapideo, lei invece ha un canale preferenziale con fette della portualità. In altre parole: i partiti contano poco, ma ciò che li ha sostituiti non è detto che sia migliore. Il carattere non le manca, un paio di battibecchi con Cosimo Ferri lo hanno dimostrato. A difettarle sono invece i risultati, a causa dei due flop con crociere e Natale. Forse, avrà avuto altro a cui pensare. Lobbista dal volto buono. Voto 5,5.
Elena Guadagni. Arrivata allo scranno per il sostegno di Zubbani al ballottaggio, è stata scelta da Arrighi in quanto unica donna del Psi senza pregressi politici. Il che non rappresenta propriamente un complimento. Più che un assessore appare un sarcofago, un monumento a chi non c'è più, il Psi appunto, che per la prima volta dal 1945 non esprime neppure un consigliere comunale. Contrariamente a taluni suoi colleghi, non cerca di mascherare l'inerzia della giunta con un abuso di parole e ciò le vale un voto non negativo. Che tuttavia non puo' essere neppure positivo. Fantasma. Non giudicabile.