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Scritto da Redazione
Politica
18 Maggio 2020

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Il direttore dell’Ufficio per la pastorale scolastica della Diocesi, Walter Fiani, commenta amaramente le bozze che stanno circolando circa il Decreto Rilancio.

"Dalle bozze che circolano del decreto legge "Rilancio" - esordisce -, sulle quali il Governo sta ancora discutendo, emerge un dato inequivocabile: i circa 866.000 alunni, le loro famiglie, i circa 100.000 lavoratori delle oltre 13.000 scuole paritarie non sono considerati..."

"Per questa ragione - spiega - le scuole pubbliche paritarie cattoliche  danno vita, in occasione della discussione degli emendamenti al decreto alle Camere, i giorni 19 e 20 maggio prossimi, ad una forte protesta, ad un forte “rumore educativo” che non ha precedenti nella lunga storia di queste istituzioni, con le seguenti modalità: le scuole pubbliche paritarie cattoliche  interromperanno le lezioni e per questi due giorni allievi, docenti e famiglie esporranno un # Noi siamo invisibili per questo governo; ciascuna scuola paritaria si adopererà con lezioni, video, dirette Fb dalle pagine delle scuole che saranno aperte a tutti per diffondere i temi della libertà di scelta educativa; il diritto di apprendere senza discriminazione; parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria; libera scuola in libero stato; appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del nostro Paese. Ciascuna scuola, con il coinvolgimento delle famiglie, dei docenti, degli studenti organizzerà gli eventi che desidera: conferenze, dirette, disegni, flash mob…, tutto in diretta social per fare quel rumore costruttivo e responsabile che solo la scuola sa fare".

"Dietro questo “rumore educativo” - incalza -, c’è il volto di centinaia di migliaia di alunni e di migliaia di dipendenti e ci sono i princìpi – centrali in democrazia – di libertà educativa e di sussidiarietà. Con il Decreto “Cura Italia” abbiamo già assistito all’ennesima discriminazione delle Scuole Paritarie, nella miope e prevenuta ideologica convinzione che queste siano frequentate soltanto da bambini di famiglie abbienti e disconoscendo il principio della libertà educativa sancito e tutelato dalla nostra Costituzione. Del resto anche un semplice calcolo economico dovrebbe indurre lo Stato ad una attenzione e cura delle scuole paritarie. Si pensi che mediamente un alunno delle scuole paritarie costa alle casse statali 500 euro all’anno a fronte di una media di 6.500 euro per ogni alunno delle scuole pubbliche".

"Dimenticando le nostre scuole - attacca - da ogni sorta di aiuto in questo grave momento economico e sociale, il 30% delle scuole paritarie è a rischio chiusura. 300mila sono gli allievi che busseranno alla scuola statale che già oggi rischia il collasso; 2.4 miliardi di euro costerà in tasse questo disastro del non riconoscimento della co-essenzialità della scuola pubblica paritaria rispetto alla pubblica statale. Crediamo che la scuola statale, con le sue 40mila sedi scolastiche e gli oltre 7milioni di studenti, non potrà ripartire".

"Don Ivan Maffei sottosegretario della CEI - conclude -,  ha detto chiaramente “allo Stato non si chiedono privilegi né elemosina, ma di riconoscere il servizio pubblico che queste realtà assicurano. Intervenire oggi – con un fondo straordinario destinato alle realtà paritarie o con forme di sostegno, quali la detraibilità delle rette, alle famiglie – è l’ultima campanella. Se questa suonasse senza esito, diverrà un puro esercizio accademico fermarsi a discutere circa il patrimonio assicurato al Paese da un sistema scolastico integrato”.

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