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Scritto da Redazione
Politica
23 Dicembre 2020

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Il Movimento Cinquestelle massese, un po' per fare il punto e un po' a reazione a seguito del colpo di scena di ieri sera in consiglio comunale con il ritiro da parte dell'amministrazione Persiani del documento di Ricognizione degli Agri marmiferi (l'atto con cui si procede a una sorta di identificazione delle concessioni attive per bacini estrattivi e di cui è previsto l'obbligo di adozione dalla legge regionale così come per il Regolamento degli Agri marmiferi e per i Pabe ) , ha indetto una conferenza stampa.  "Volevamo parlarvi con una prospettiva globale e farvi una panoramica parlando di Regolamento di agri marmiferi, Pabe e Ricognizione ma ieri sera purtroppo il sindaco ha ritirato l'atto di Ricognizione" introduce infatti in conferenza Luana Mencarelli consigliere pentastellata.

L'Amministrazione parla di refusi ma i consiglieri Luana Mencarelli e Paolo Menchini parlano di errori gravi, di incongruenze tra l'atto che doveva essere votato l'altra sera e i Pabe, nonostante siano entrambi frutto della collaborazione di cui l'Amministrazione si è avvalsa con l'Istituto di Geotecnologia di Siena:"A nostro avviso-sottolinea Mercandelli- non sono refusi, dichiarare una cava attiva se è inattiva o non caducata se è caducata sono errori gravi. Hanno confuso cave con altre particelle presenti nello stesso bacino ma che sono discariche. Gli errori sono diversi e non sappiamo dovuti a cosa ma l'impressione è che sia una ricognizione fatta sulla base di documenti inviati da concessionari e non frutto di controlli e sopralluoghi. Non è il sistema per un atto importantissimo come questo. Io per esempio ho avanzato la richiesta di 2 accessi agli atti il 4 di dicembre e ci sono 5 giorni massimo a disposizione per rispondere ma sto ancora aspettando: così non possiamo vigilare". Per Menchini non ci sono giustificazioni:"Noi avremmo preferito discuterlo-sostiene- per metterne in evidenza alcuni aspetti: l'anno ritirato parlando di refusi ma era un documento già passato al vaglio della Giunta e dalla Commissione ambientale: non sono refusi sono mancanze gravi".

Nella parte tabellare, raccontano i due consiglieri, compare per esempio la parola "affittato" di cui Menchini ha chiesto lumi sentendosi rispondere essere un refuso: "Ma con che cosa la sostituirete?" ha chiesto allora il consigliere che rivendica non di essersi astenuto ma di non aver votato affatto l'atto, approvato dalla maggioranza e di cui poi il sindaco ha deciso la sospensione della votazione.

"Nella tabella del documento M71 e M72-prosegue Menchini- sono definite cave inattive e i concessionari non risultano ma siamo andati a verificare e su M72 Valsora Palazzolo per esempio il concessionario secondo i Pabe è Turba Cava Romana. Non solo-ha aggiunto il consigliere-ma dalla cava M71 nel 2017 e nel 2018 non sono scesi blocchi e la cava M72 ha prodotto un blocco nel 2018 e uno nel 2017 e voi sapete che le cave possono essere caducate se restano inattive, in quel caso l'Amministrazione può procedere con nuove gare o può decidere di lasciarle inattive, per noi del Movimento per esempio per le cave dentro il parco delle Apuane saremmo per non rinnovarle".

L'altra grossa criticità denunciata dal Movimento Cinquestelle che apprendiamo attraverso le parole di Menchini, è l'assenza di partecipazione con sindacati e ambientalisti per la stesura del Regolamento degli Agri marmiferi, atto arrivato all'approvazione dopo 17 ore di discussione e 40 emendamenti presentati dal Movimento Cinquestelle e per lo più bocciati:"In pratica ambientalisti e sindacati-accusa il consigliere pentastellato- sono stati invitati la mattina del giorno dell'incontro per ricevere il testo  con l'incontro avvenuto nel pomeriggio, è evidente che non hanno avuto la possibilità di studiarlo: è stata una partecipazione ridicola".

Per Menchelli il Regolamento approvato non tiene conto di impatto ambientale, filiera, tracciabilità, controlli, canoni adeguati in altre parole, dice il consigliere della redistribuzione della ricchezza.

Sulla filiera locale, che permetterebbe maggiore occupazione Menchelli denuncia:"La legge 35 del 2015 prevedendo la premialità il legislatore permette al concessionario di aggiungere anni alla sua concessione se l'estratto viene destinato alla filiera locale: la legge regionale fissa il tetto massimo a 25 anni della concessione e dice che la quantità alla filiera non può essere inferiore al 50%: a Carrara sono partiti da 13 anni applicando il minimo di 50%  fino ad arrivare a percentuali dell'80% che garantisce 25 anni, ma a Massa queste percentuali sono molto più basse : con estensione della concessione a 13 anni si va dal 25% fino al 30% e solo con 25 anni si arriva al 50%.

"L'altro asse su cui abbiamo lavorato è il valore del marmo-rivendica il consigliere-. Attraverso l'Università di Siena si sono censite le tipologie di marmo che esce da ciascuna cava (blocco, semiblocco e informe) e quindi per ogni cava è stato stabilito il valore di mercato del marmo per ogni cava (il valore medio). Bene: il regolamento prevede che questo valore "potrà essere controllato ogni 3 anni" ma noi abbiamo chiesto che debba essere controllato e debba essere controllato ogni anno. Chiaramente-ha aggiunto Menchelli addentrandosi sul tema controlli- è evidente che non possiamo stabilire qualsiasi valore e qualsiasi percentuale ma se poi non ci sono i controlli tutto viene vanificato. A Massa dal 2018 e al 2020 come media si è controllato una cava ogni 3 anni: con questi ritmi non si va da nessuna parte anche perché è previsto dal Regolamento di revocare la concessione solo se nell'arco dell'anno ci sono stati almeno 5 controlli non andati a buon fine".

Altra questione affrontata e denunciata dai Cinquestelle è la tassazione prevista:"Noi abbiamo due tipi di tasse: il contributo di estrazione al 10% del valore medio secondo la legge regionale, soldi che entrano nella cassa del Comune ma nella misura del 10% va in parte alla Regione, in parte alla Asl e in parte al Parco delle Apuane mentre il restante viene speso per controlli, per la sicurezza socioambientale, il ripristino di strade in pratica un giroconto. Poi-prosegue il consigliere-la legge regionale prevede anche un canone di concessione che è a piena disponibilità del comune prevedendo che la somma delle due imposte non sia superiore al 15% limitando di conseguenza il canone di concessione al 5%. Ma Massa ha previsto di mettere a gara questo canone concessorio: quando le concessioni andranno a gara chi partecipa potrà offrire di pagare un contributo maggiore ma se c'è un tetto questa gara rischia di non esserci così noi a buon senso abbiamo chiesto di togliere questo tetto. Invece addirittura Massa ha posto un limite del 3%".

"Voi capite-ha commentato Luana Mencarelli-perché non abbiamo votato questo regolamento anacronistico e molto delicato verso l'attività estrattiva che compromette in primis la tutela ambientale: è sotto gli occhi di tutti il Frigido bianco dopo le piogge, i ravaneti, i canali intasati. Noi abbiamo chiesto che si obbligassero i concessionari del recupero ambientale della cave dismesse e abbiamo chiesto che il prelievo del materiale di scarto fossero opere obbligatorie da addebitare al concessionario con cadenza temporale. Ci siamo battuti per la sicurezza sul lavoro-ha sottolineato Luana Mencarelli -troppe volte le cronache ci hanno parlato di lavoratori che hanno perso la vita: il numero di addetti presenti sul piazzale di cava per esempio è importantissimo e invece anche dai Pabe viene fuori che il numero degli addetti è troppo basso. Un'altra cosa: sulle concessioni esistenti la legge prevede che possano essere prorogate per massimo 3 anni e loro invece hanno aggiunto accanto a proroga, la parola rinnovo aprendo la strada (in relazione agli anni di rinnovo) ad altre condizioni di concessione rispetto a quelle originarie. E' stata introdotta perfino l'espressione "altri beni" per cui si è temuto si aprisse la porta ai temuti beni estimati di Carrara-ha stigmatizzato la consigliere ricordando laconicamente-Tutti emendamenti respinti".

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