Hanno pompato l’evento per giorni, sottolineando che si trattava di una manifestazione pacifica, pacificante, che chiedeva solo una pace disarmata e disarmante. Teoricamente, anche non politica, anche perché tra i primi organizzatori c’era proprio l’Azione Cattolica e la Curia di Massa Carrara, con tanto di frate vescovo in prima fila, ma, subito sono cominciate le adesioni politiche, Cgil in primis, e quindi, in realtà, di non politico non c’era proprio nulla. Ma vabbè…qualcuno ha ancora creduto che lo scopo fosse veramente quello di manifestare per la pace, che, ancora teoricamente, dovrebbe voler dire avere a cuore le sofferenze di tutti, e non schierarsi con violenza contro qualcuno; dovrebbe, proprio per il nesso fondante del concetto di pace, essere aperta e inclusiva verso chiunque condivida e persegua la fine di ogni guerra e non fare cori di odio all’indirizzo di qualcuno, indicato da rappresentanti delle istituzioni, che, peraltro, per il proprio ruolo dovrebbero essere i primi a ricordarsi di rappresentare un’intera comunità e non solo quelli che votano per il loro partito. E, tuttavia, è esattamente, quanto è successo nella “manifestazione per una pace disarmata e disarmante” che si è tenuta sabato 6 settembre a Massa, con il momento clou - i proclami politici di alcuni partecipanti – proprio sotto il duomo di Massa e la sede della Curia, cioè nei luoghi simbolo di quella chiesa che, ancora, ancora, teoricamente, dovrebbe accogliere tutti e soprattutto non offendere popoli interi dandogli degli assassini. La folla abbondantemente armata di striscioni, bandiere della Palestina, e odio violento verso gli ebrei in generale, da quelli morti nei campi di concentramento a quelli che, oggi, hanno famigliari rapiti e uccisi da Hamas, sollecitata dal presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, ha, infatti, cominciato a urlare “assassini” riferito agli ebrei. Non, se mai, agli israeliani che approvano la reazione dell’attuale premier Netanyahu all’attacco del 7 ottobre, ma proprio all’intera stirpe e a tutti coloro di religione ebraica che vivono in qualsivoglia parte del mondo. Come, ad esempio, il consigliere del comune di Carrara Simone Caffaz, di religione ebraica, che non ha potuto non sentirsi toccato dal messaggio feroce lanciato da quella che si era stata spacciata per “manifestazione per la pace”. Assassini: generico, pregiudizievole, discriminatorio, razzista e soprattutto estremamente violento e fomentatore di odio. Chiedere la pace fomentando l’odio è come urlare per chiedere il silenzio. Una gravissima offesa alla storia, a un popolo, a una religione e al buon senso di tanta gente che condanna davvero la guerra e non la usa per raccogliere consensi politici.
Ecco la riflessione che Simone Caffaz ha postato sulla sua pagina facebook: “Sono avvilito, incredulo e sconcertato dalla manifestazione organizzata dalla curia ieri sera a Massa. L'apice è stato toccato con il discorso del presidente della provincia Gianni Lorenzetti, che ha parlato a nome di tutte le istituzioni della provincia, senza che nessuno dei presenti dissentisse o prendesse le distanze. Anche se Lorenzetti non è nuovo ad iniziative “opinabili” sul tema, lo conosco come una persona scaltra ma mite e moderata e mai mi sarei aspettato da lui un intervento che potrebbe essere letto a scuola come emblematico del nuovo antisemitismo. Siccome conosco già la facile obiezione (“la buttate sempre sull'antisemitismo”), proverò a spiegare in dettaglio il concetto e quindi perché il suo intervento è simbolico del nuovo antisemitismo.
Innanzitutto perché crea un'equazione tra la Shoah e la guerra a Gaza (“Quel popolo che ha subito tante privazioni nei campi di concentramento sta esercitando nei confronti di un altro popolo quello che loro avevano subito e questo è inconcepibile”). Al di là del fatto che chiunque non sia obnubilato da un'ottusa faziosità non puo' che vedere le abnormi differenze tra i due fatti storici (il razzismo di stato, le leggi razziali, le discriminazioni, la creazione dei ghetti, il sequestro dei beni, le persecuzioni, gli omicidi sommari e di massa, l'impossibilità di trovare una salvezza, la creazione della macchina della morte, i campi di sterminio, ecc. ecc.), l'“Unicità della Shoah” fu un concetto coniato dal premio nobel per la pace Elie Wiesel nel 1969 e da allora fatto proprio dalla quasi totalità della storiografia, eccezion fatta per qualche storico di estrema destra che, non a caso, è stato nel tempo accusato di “negazionismo”. Lorenzetti nel suo intervento ha quindi negato l'unicità della shoah, creando una similitudine con la guerra di Gaza che, comunque la si pensi, è imparagonabile alla shoah per grandezza, modalità, dimensioni, ecc. ecc. Inutile ricordare che questo, soprattutto a sinistra, era un argomento tabù fino a un paio di anni fa, tale da far considerare un paria culturale chiunque lo usasse.
Lorenzetti in realtà ha fatto anche peggio perché, dimenticandosi di Hamas e di tutto il resto, ha attribuito la responsabilità della guerra a Gaza non agli israeliani (cosa già di per sé razzista, come dimostrano le ripetute e partecipate manifestazioni di dissenso alle politiche del governo Netanyahu a cui hanno aderito centinaia di migliaia di israeliani) ma al “popolo che ha subito tante privazioni nei campo di concentramento” e cioè agli ebrei creando una inaudita responsabilità collettiva dall'appartenenza a un credo religioso. L'ebreo quindi è colpevole, in quanto tale, della “nuova shoah”, quella che sta “esercitando” (verbo usato da Lorenzetti) a Gaza.
A quel punto si leva dal pubblico il coro “Assassini, assassini” indirizzato agli ebrei: di quelli stava parlando Lorenzetti. E già, gli ebrei sono assassini, lo sono sempre stati per la vulgata per quei pregiudizi che oggi vengono ravvivati. Hanno innanzitutto assassinato Gesù Cristo, ma poi secondo una teoria molto diffusa nelle comunità cristiane anche i bambini, facendo uso del loro sangue per scopi magico-religiosi. Questa è stata la falsa credenza durata secoli nel Medioevo e oltre, credenza che ha prodotto una minaccia costante per le comunità ebraiche, i cui membri in ogni momento potevano essere accusati dell’atroce delitto, divenendo vittime di linciaggi, processi sommari, espulsioni. “Assassini” grida il "popolo". Il tutto mentre il vescovo, organizzatore della serata, tace e non dissente.
Ma torniamo a Lorenzetti perchè il meglio (o il peggio) per lui deve ancora arrivare. Con un italiano stentato e un linguaggio totalmente inappropriato, dimostra di non sapere cos'è la Giornata della memoria istituita nel 2000 (“la celebriamo da 80 anni” afferma stufato), insiste nel confondere israeliani ed ebrei (“nel disastro di quell'ottobre sono stati rapiti e uccisi gli ebrei”) e infine, non pago, tira fuori il più grande, banale e allucinato pregiudizio: gli ebrei per Lorenzetti sono ricchi e potenti. “Il mondo – afferma il presidente della provincia – che oggi vediamo va in una direzione sbagliata, quella del potere di chi è sempre più ricco e vuole diventare ancora più ricco perchè, attraverso la ricchezza, esercita il potere”. Però per Lorenzetti, fortunatamente, c'è un altro potere, quello “del popolo e della gente, è la vostra indignazione che si deve far sentire per far cambiare le cose”. Quindi, da una parte gli ebrei ricchi e potenti che vogliono dominare il mondo e dall'altra il popolo che deve reagire e si deve indignare.
Se non avessi sentito con le mie orecchie queste frasi, ripostate da un iper-eccitato Lorenzetti sui propri canali social probabilmente non rendendosi conto dello stesso significato delle sue parole, giuro che non ci avrei creduto. Questo però deve indurre tutti, al fine di coltivare ancora qualche speranza, a riflettere su quale sia il grado di fanatismo, disinformazione e falsificazione storica raggiunti nel dibattito pubblico e di come, ancor prima di guardare quello che succede in giro per il mondo, sia importante guardare cosa succede da noi, in Italia, a Massa-Carrara, ora. Perchè, come dice Lorenzetti, saremo anche “medaglia d'oro al valor militare”, ma a quella medaglia non stiamo facendo onore”.