Le abbondanti piogge delle ultime settimane, oltre ad essere state un vero e proprio toccasana per l’agricoltura e le riserve idriche, hanno portato a valle un problema che sembra aver monopolizzato quasi per intero la vita politica massese e non solo. I “protagonisti” indiscussi di questa querelle sono ovviamente i fanghi di scarto della lavorazione del marmo, più comunemente noti come marmettola, che anche “grazie” alle nuove acque hanno letteralmente riempito i torrenti che scendono dai crinali apuani, arrivando, in alcuni casi, ad intaccare così tanto alcune falde da costringere le amministrazioni locali di turno a staccare il rifornimento idrico ai cittadini.
Sembra un evento “piovuto”, per restare in tema, dal cielo, ma i disagi creati dai fanghi sono invece un problema atavico di tutta la regione apuana, che ciclicamente ritorna a parlare di possibili soluzioni per arginare il problema.
Dai banchi del consiglio comunale di Massa, per bocca dell’assessore Paolo Balloni, sembra essersi alzato l’ennesimo tentativo di ovviare al “caso marmettola”: depositarla in gran quantità nell’ex discarica Codupino in via San Colombano.
Un’idea che ha fatto storcere il naso a molti, in primis ad Andrea Barotti, consigliere civico di Arcipelago Massa, che considera assurdo anche il solo pensare di utilizzare un’ex sito di stoccaggio chiuso ormai da vent’anni.
“La proposta, lanciata dall’assessore Balloni di depositare la marmettola nella ex discarica di Codupino mi ha stupito, poiché sembra che il sito di via San Colombano, di cui si trova traccia in una serie di documenti passati in consiglio comunale, non sia, per l’amministrazione Persiani, chiuso. La realtà che ha descritto – incalza Barotti – in poche righe, il ministero dell’ambiente è ben diversa! Gli uffici del dicastero, rispondendo ad una interrogazione, hanno riferito che la discarica, presente in un elenco di ambiti da bonificare, ha terminato la propria attività oltre vent’anni fa. Ad oggi, nonostante le mie pubbliche richieste, nessun componente dell’Amministrazione Persiani ha fornito il titolo autorizzativo che consentirebbe l’uso, conforme alla normativa, della discarica, né alcuno ha fornito nette rassicurazioni sul rispetto delle prescrizioni previste per garantire, una volta esaurito il conferimento dei rifiuti, l’integrità delle matrici ambientali; del resto, neppure la commissione ambiente ha fatto luce sull’origine dei cumuli di rsu rilevati nel corso di un sopralluogo”.
Se però Codupino è inadeguata, quale potrebbe essere la soluzione giusta per “stoccare” la marmettola? Barotti non entra nel dettaglio, di certo però non propende per l’apertura di nuove discariche, ma evidenzia come sia quasi impossibile discutere di ambiente con una giunta di questo tipo, che, secondo il consigliere, ha già messo in conto di voler far pagare lo smaltimento dei fanghi ai cittadini.
“L’aspetto di questa vicenda che suscita rabbia e amarezza è che – continua il consigliere –mentre si discute sulla bonifica della falda, un assessore, forse poco informato sulla disciplina vigente, pensa di risolvere l’emergenza marmettola utilizzando una discarica chiusa da anni. La destra (nessuno mi sembra abbia preso le distanze da Balloni) vorrebbe porre sulle spalle dei cittadini non solo la depurazione delle acque del Cartaro, l’inquinamento del Frigido, le autobotti per l’intorbidimento delle sorgenti di Forno, ma anche lo smaltimento dei residui della lavorazione del marmo. Un politico che ha la responsabilità di governare un territorio dovrebbe sapere che nella marmettola possono trovarsi contaminanti ed è perciò necessario conferirla in impianti autorizzati e idonei”.
Uno scenario che dunque, secondo Barotti, non può che suscitare altro che desolazione: questa giunta parrebbe inadeguata a gestire l’emergenza ambientale causata dalla marmettola, ma anche l’opposizione, un tempo alle redini del comune, non è che si sia distinta per il suo approccio ambientalista e di rigore nei confronti del settore estrattivo.
Quel che è certo, a parer del consigliere, è che alla fine, come molto spesso succede, a pagarne le conseguenze saranno solo ed esclusivamente i cittadini.
“La Giunta Persiani pare ripetere gli errori del vecchio centrosinistra, poiché, non trascurando la mancata bonifica della ex discarica di Codupino, propone di creare un sito di stoccaggio per i rifiuti prodotti dai settori estrattivo e lapideo; la stessa idea di partenza che aveva condotto una classe politica ad aprire la discarica di Montignoso. Evito di spiegare all’assessore all’ambiente Balloni le procedure ed i costi per dare forma alla sua alzata d’ingegno, però lo informo che Reti Ambiente, quando acquisirà Asmiu, potrà chiamare, in assenza di riserve, i cittadini, aumentando la Tari, a partecipare alle spese per il recupero ambientale del sito di via San Colombano. I massesi, in breve, potrebbero pagare anche lo smaltimento della marmettola. Infine, trovo davvero poco credibile un’amministrazione che parla di turismo, di ambiente e poi propone una discarica in un contesto fragile e per molti versi compromesso. Ritengo serva girare pagina! un vero cambio di passo che nemmeno un certo centrosinistra può garantire; potrà quella compagine, indipendentemente dal volto del candidato, parlare di ambiente quando la vecchia ricicleria ha immesso, dall’anno 2016 all’anno 2019, acque non depurate nella fognatura bianca? Io credo di no, ed è per questo che serve una politica nuova, autorevole e credibile”.