«Il contratto integrativo del marmo è scaduto da dicembre, le categorie imprenditoriali dovrebbero stringere i tempi del rinnovo». Sono le parole di Rigoletta Vincenti, candidata a sindaco della coalizione progressista, a margine dell'incontro con i sindacati del lapideo. «Ho avuto un confronto sia con i confederali che con la Lega del cavatore – spiega Vincenti – e ho trovato da parte di tutte le sigle posizioni moderate e senso di responsabilità, che contraddicono ogni pregiudizio sulla posizione dei lavoratori nello scontro in tema marmo. Con i rappresentanti sindacali – prosegue Vincenti – abbiamo parlato di sicurezza, abbiamo discusso di piani di coltivazione che permettano un contingentamento della produzione senza bloccare il lavoro in cava, abbiamo ragionato di tempismo nello smaltimento delle terre e della necessità di maggiori controlli».
La candidata sostenuta da Movimento 5 Stelle, Articolo uno, Carrara Progressista, Rifondazione comunista e Sinistra italiana appoggia le richieste dei cavatori: «So che la piattaforma contrattuale – aggiunge Vincenti – è già stata inviata alle associazioni datoriali, che spero aprano la discussione al più presto senza gli abituali rinvii. All'ordine del giorno c'è anche la riduzione da trentanove a trentacinque ore di lavoro settimanali a parità di salario. Una richiesta in linea con il rallentamento dei ritmi di escavazione e con quella filiera etica del marmo a cui tutti dovremmo puntare. Nell'incontro che abbiamo avuto i sindacati non hanno mai messo sul piatto il cosiddetto ricatto occupazionale. Se sul fronte marmo il conflitto sociale è forte – conclude Vincenti – non sono i lavoratori ad alimentarlo. E, da figlia di un cavatore, trovo giusto riconoscerlo».