Si sono rivolti direttamente al sindaco di Massa Francesco Persiani per sollecitare una maggior collaborazione tra l’amministrazione e le associazioni e i partiti di opposizione. Ecco la lettera aperta di Massa in Azione a firma di Giacomo Zucchelli, coordinatore provinciale e Nicola Iacopetti, referente per Massa di Azione:
Carissimo Francesco Persiani,
Azione è un partito che siede all’opposizione di questo governo, e che, se avesse dei consiglieri, siederebbero all’opposizione anche della sua amministrazione. È vero: non abbiamo consiglieri comunali, ma questo non vuol dire che non ci occupiamo della nostra città e del nostro paese. Come tanti siamo preoccupati, perché non si capisce cosa stiamo a fare in casa, se non per evitare il contagio. Ma se dobbiamo aspettare che la malattia sparisca o si trovi un vaccino, allora staremo in casa per diversi mesi. Non capiamo perché il presidente della Regione abbia inviato tre mascherine a persona e a Massa ne vengono date tre a famiglia, e non capiamo perché, se ci date delle mascherine non possiamo uscire. Capiamo che esiste un problema di salute, e sappiamo che non spetta a voi debellarlo, ma voi gestite l’emergenza con i mezzi a vostra disposizione. Sappiamo che avete difficoltà a reperire volontari, ma forse se aveste gestito meglio i rapporti con le associazioni e con le opposizioni, oggi non sareste così soli. Non coinvolgere partiti associazioni e gruppi e impedire ai cittadini di portare la propria voce in consiglio comunale ha fatto sì che lei e la sua amministrazione vi inimicaste parte della società. Tra l’altro quella più attiva nel volontariato. Non più tardi di domenica, di fronte all’attacco della Lega alle opposizioni di non collaborare, vi abbiamo lanciato una proposta. Che è poi quella che ripetiamo da settimane: si organizzi un tavolo istituzionale, con tutte le forze politiche e del mondo del lavoro e dell’economia e con l’ASL e iniziamo, insieme, a trovare una via di uscita dal lockdown. Capiamo che c’è da gestire quest’emergenza ma se non ci sbrighiamo, a breve dovremmo gestire un’emergenza altrettanto grave: una nuova crisi economica. A pagarla per primi saranno i commercianti, soprattutto chi ha negozi di abbigliamento o di oggettistica. I ristoratori, i bar e le pasticcerie. Poi saranno balneari e albergatori. Seguiranno i loro fornitori, e giù a cascata tutto il resto: servizi, banche, assicurazioni. E chi crede di riuscirci da solo pecca non solo di superbia, di presunzione e arroganza ma soprattutto sarà colpevole di una crisi che, nella nostra provincia, lascerà segni più alti che da altre parti. È necessario che tutti seppelliscano le asce di guerra e si rimbocchino le maniche. Non si può chiedere ai rappresentanti degli altri politici di fare solo la manovalanza alle vostre idee, senza essere mai stati coinvolti nella presa di decisioni e/o dopo che ne hanno contestato l’efficacia (perché crediamo esista ancora il diritto di dissentire rispetto a quanto fa un sindaco: chi siede oggi in maggioranza, fino a due anni fa criticava chi amministrava). Sediamoci ad un tavolo, anche virtuale. Confrontiamo le varie ricette e le varie proposte. Sia quelle di sinistra che quelle di destra. Ascoltiamo la voce dei cittadini, quelli che tengono chiuse le loro attività e che aspettano solo di riaprire. Lei ha due opzioni: continuare come sta facendo, oppure cogliere questo nostro assist. Nel primo caso nulla cambierà. Nel secondo caso, diventerà un esempio nazionale: un sindaco di destra che apre alle opposizioni con lo scopo di aiutare l’intero territorio provinciale a riaprire e ripartire. Sarebbe un segnale importate da dare a Rossi e a Conte. Dimostri di essere il sindaco di tutti i massesi.
V. T.