La paura prende forma e quello che era solo un timore del “Comitato Primo Soccorso e Urgenza Carrara” è diventato decisamente realtà. La deliberazione aziendale Usl Toscana Nord Ovest n. 14 dell’8 gennaio, infatti, non lascia margini di dubbio destinando 3,5 milioni di euro alla realizzazione del nuovo reparto della medicina nucleare al NOA di Massa.
Il reparto sarà dunque trasferito dalla palazzina Ascoli di Massa alla nuova ubicazione individuata nell’area attualmente destinata a spazio verde retrostante l’ingresso del NOA, e sarà un edificio autonomo staccato dal corpo centrale della struttura ospedaliera.
Salta dunque il progetto del trasferimento a Carrara, ma il comitato cittadino non ci sta. Ricorda di aver più volte portato all’attenzione della collettività la questione del progetto di abbattimento del Monoblocco, da quando esso fu discusso nell’agosto 2019 dal direttore aziendale, Maria Letizia Casani, alla presenza del sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale. Il comitato ricorda anche la corposa raccolta firme organizzata in difesa del Monoblocco e poi presentata alle autorità.
“Allora nulla fu detto a riguardo della medicina nucleare - sostiene il comitato - fino all’estate scorsa quando, in piena pandemia, sono state fatte affermazioni ufficiali e perentorie riguardo alle proposte di tagliare un paio di piani del Monoblocco e di edificare un padiglione ad hoc per la medicina nucleare nei giardini retrostanti il NOA”.
Il comitato si dichiara sconcertato dal sistema decisionale adottato dall’azienda sanitaria che rifiuta il confronto e di dar conto delle proprie scelte agli aventi diritto, ovvero i cittadini. “Siamo sconcertati dalla direzione aziendale che agisce come un giudice monocratico prendendo decisioni che smentiscono precedenti impegni controfirmati da sindaci e decisori politici”.
“Viene stravolto il PAL – accusa il comitato - oggi considerato archeologico, anche se votato in anni recentissimi dal consiglio comunale di Carrara e che ha una sua ratio: la medicina nucleare, infatti, era collegata al percorso oncologico negli spazi del Monoblocco di Carrara. Ratio che, tra l’altro, risponde appieno alla Legge Balduzzi del 2011 mai abrogata e che prescrive, anche per il direttore generale Maria Letizia Casani e la Regione Toscana, la riconversione degli ex spazi ospedalieri ad aree che mantengano la loro vocazione sanitaria”.
Il comitato ribadisce seccamente l’assenza di confronto: “Non possiamo che complimentarci con la protervia coerenza con cui la dottoressa Casani ha sempre rifiutato qualunque incontro con questo comitato, dimostrando quanto sia il rispetto verso chi rappresenta fabbisogni della collettività chiedendo il rispetto di patti istituzionali”.
Infine, il comitato tira le somme sulle scelte aziendali compiute negli anni e sulle loro conseguenze per il territorio: “Per Carrara e Massa a suo tempo furono fatte scelte precise, poi smentite mentre passavano gli anni, non rappresentando un bene per nessuna delle due città. Anzi, il giochino fatto da certe istituzioni del richiamare ad arte il cosiddetto campanilismo, ha avuto l’effetto boomerang di esasperarlo col sopraggiungere dell’epidemia da covid”.
Ed oggi? Ecco la situazione che il comitato stigmatizza: “Bloccata la medicina territoriale; tutto fermo al Monoblocco, compreso il cantiere per la risonanza magnetica la cui apparecchiatura giace inutilizzata all’ex ospedale di Massa; il punto di primo soccorso integrato con l’emergenza territoriale da insediare nel Monoblocco neppure preso in considerazione, nonostante le decine di migliaia di firme raccolte”.
“Rallentamenti dovuti al Covid? - si chiede il comitato - Potrebbe essere, se non ci fossero accelerazioni per quei cantieri, che l’azienda Usl decide di aprire. Dunque tutto corre veloce quando il motore politico si connette a quello aziendale”.
Infine, l’appello del comitato alla politica: “A questo punto, che cosa hanno da dire i decisori politici? E lei, signor sindaco di Carrara, che cosa ne pensa? Vorremmo sentire la sua voce in merito! Questo lo deve alla città che rappresenta”.
M.C.