E’ di oggi l’ordinanza del presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, la n. 42 avente ad oggetto “Disposizioni restrittive per i giorni di Pasqua e Pasquetta”. Come se non bastassero le restrizioni contenute nel DL Draghi che ha già esteso a tutte le regioni d’Italia il “codice rosso”.
In forza dell’ordinanza odierna, nei giorni di Pasqua e Pasquetta oltre alle attività che non sanno nemmeno più cosa significhi aprire le serrande, chiuderanno anche le attività di vendita di generi alimentari e prodotti di prima necessità: dai negozi di vicinato alle medie e grandi strutture di vendita ai centri commerciali.
La consegna potrà essere effettuata, previa prenotazione on-line o telefonica, esclusivamente a domicilio.
In tanti dubitano dell’efficacia della nuova misura restrittiva: numerose sono, infatti, le testimonianze che riferiscono di supermercati strapieni di gente già nel tardo pomeriggio di oggi. Domani si prevede il boom.
Ha senso chiudere domenica e lunedì per riempire i supermercati nei giorni immediatamente precedenti? In molti se lo chiedono, e se le persone incontrate oggi a fare la spesa, hanno manifestato segni d’incredulità ed insofferenza verso la nuova ordinanza del tutto inattesa del presidente Giani, anche le parti politiche, almeno alcune, si sono lasciate andare a commenti poco benevoli verso le ulteriori restrizioni.
Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci, consiglieri regionali di Italia Viva, hanno espresso una dura invettiva, condivisa anche dal coordinamento provinciale di Massa Carrara: “Chiediamo il ritiro dell'ordinanza ed il ripristino delle sole limitazioni nazionali senza ulteriori restrizioni. Non crediamo che queste misure possano portare benefici in termini di limitazione del contagio ma serviranno solo ad alimentare smarrimento, frustrazione e ulteriore impoverimento per le tante attività duramente colpite in quest’anno dalla pandemia. La strategia per uscire da questo tunnel è la prevenzione e la vaccinazione. Gli sforzi e le misure devono andare in questa direzione, non in altre. Abbiamo già visto che le limitazioni da sole non servono a eliminare i contagi”.
Michela Carlotti