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Scritto da Redazione
Politica
17 Aprile 2024

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“Il diritto all’aborto non si tocca”: lo ribadiscono le Donne Democratiche di Massa Carrara che lanciano un appello contro la possibilità di far entrare nei consultori le associazioni antiabortiste. “Nel decreto legge 19/24, nato con l'obiettivo di rendere più veloce la realizzazione degli investimenti del Pnrr  dicono le Donne Democratiche - è presente una norma che consente alle Regioni di avvalersi del coinvolgimento di associazioni antiabortiste all'interno dei Consultori. I consultori sono strutture sociosanitarie laiche, e tali devono rimanere per garantire benessere e autodeterminazione attraverso il supporto ai percorsi di affermazione di genere e alle libere scelte sulla maternità. La legittimazione dell'ingresso delle associazioni antiabortiste a presidiare i consultori pubblici dove le donne si recano per avviare la pratica  per l'interruzione della gravidanza è una vera e propria minaccia alla libertà delle donne ed un attacco alla laicità delle Istituzioni pubbliche. Tutto ciò avviene, tra l'altro, mentre il Parlamento Europeo, pochi giorni fa, ha votato a favore dell'inserimento dell'interruzione di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Questa norma consente di utilizzare i fondi del Pnrr per finanziare Associazioni pro vita e non per restituire i consultori pubblici al pieno utilizzo delle donne come luoghi funzionanti per le loro esigenze in tutto l'arco della vita. Prevenzione, contraccezione, temi cari a noi donne, nel rispetto dell'autodeterminazione delle donne per una maternità consapevole”. All'appello delle Donne Democratiche si sono aggiunti anche i Giovani Democratici: " Il governo Meloni, con un emendamento del Pnrr, ha intenzione di garantire il libero accesso ai consultori alle organizzazioni antiabortiste, scorrettamente chiamate pro-vita, e, soprattutto finanziarle, sottraendo risorse alla sanità pubblica. Lo scopo di questa mossa è quello di garantire un finanziamento pubblico a delle realtà, evidentemente vicine al governo, che ingannevolmente mostrano di voler dare sostegno alle madri, ma che sono di fatto organizzazioni religiose estremiste che promuovono leggi antiabortiste. In un paese dove è già difficile accedere alla pratica dell'aborto, questo emendamento rappresenta l'ennesima offesa ai diritti della donna e della sua autodeterminazione. Vergognoso soprattutto è che questi attacchi ai diritti delle donne si stiano verificando proprio ora, mentre l'Italia per la prima volta vede al suo comando una premier donna. Noi continueremo a lottare per difendere la legge 194, il diritto all'aborto e in primis la libertà delle donne di poter scegliere e di autodeterminarsi. Come giovani e come donne democratiche sentiamo l'esigenza di intervenire su una vicenda tanto sensibile soprattutto a seguito di quanto accade nel nostro territorio dove gli obiettori di coscienza hanno raggiunto livelli che sfiorano addirittura l'80 per cento. Ugualmente in alcune regioni di Italia, vedi Lazio, Umbria, Piemonte, tutte regioni governate dalla destra, i consultori vengono depotenziati, si aprono "stanze per l'ascolto" (vedi l'ospedale Sant'Anna di Torino) in cui Movimento per la Vita, un'associazione antiabortista religiosa, accoglie le donne che vogliono ricorrere all'IVG, si terrorizza la donna con idee estranee ad ogni cultura democratica attraverso l'ascolto del feto, o si promuovono proposte di legge per il riconoscimento giuridico del feto già dal concepimento e non più dalla nascita.Indebolire i servizi e le strutture per abortire e rafforzare il sostegno ad associazioni Pro Vita, anche senza attaccare direttamente la legge 194, mina ugualmente il diritto all'aborto. Si contribuisce a creare un clima ostile nei confronti di chi che vuole ricorrervi, rendendo di fatto più difficile, anche a livello psicologico, l'accesso all'aborto.Sappiamo bene che i tentativi di limitare il diritto all'interruzione  volontaria di gravidanza non verrano meno, per questo alzeremo sempre più la voce invocando invece quanto di dignitoso sta facendo l'Unione europea con l'introduzione dell'IVG nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione o la Francia anch'essa con l'inserimento di tale diritto in Costituzione. Mobilitiamoci per i nostri diritti".

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