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Scritto da Redazione
Politica
16 Dicembre 2023

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Per le Osservazioni sul Piano Regolatore del Porto di Marina di Carrara e relativo Rapporto Ambientale I Paladini Apuoversiliesi, con dieci associazioni rappresentative di cittadini, villeggianti e categorie economiche da Forte dei Marmi a Massa, schierano il Dipartimento Scienze della Terra in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Università di Pisa, PLEF Planet Life Economy Foundation, con il professor Paolo Ricotti di Milano, e producono il confronto fra le due economie turistico balneare versus economia del porto” così esordisce Orietta Colacicco, Presidente dell’Associazione. “ma questa non è una partita, né una gara, stiamo parlando del futuro e del benessere di tutto il territorio dell’Apuoversilia”. A condividere con i Paladini i tali osservazioni sono a firma dei Presidenti e Rappresentanti, Albergatori Forte dei Marmi, Paolo Corchia, Confcommercio Forte dei Marmi, Antonio Morini, CCN-Centro Commerciale Naturale Forte dei Marmi, Attilio Pagani, UPB Unione Proprietari Bagni Forte dei Marmi, Martino Barberi, Associazione Amici dei Ronchi e Poveromo, Luigi Marzotto Caotorta, Balneari di Cinquale, Giovanni Bertuccelli per Romina Bertocchi, Consorzio Riviera Toscana Massa, Itala Tenerani, CNA Balneari Massa, Silvio Marchiori, AGEPARC Massa, Matteo Tarabella, Federalberghi Costa Apuana, Sabrina Giannetti.

Le osservazioni, che sono on line sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, VAS https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/8341/12290?pagina=9

comprendono una Relazione Generale descrittiva dello scenario dell’Apuoversilia, rispetto all’erosione della spiaggia, che ha già colpito duramente la costa apuana ed è arrivata a Forte dei Marmi. Fotografa attraverso le immagini la situazione, produce la storia della volontà di ampliamento del porto a partire dal progetto del 2001 bocciato dal Ministero dell’Ambiente, mette a confronto le due economie, quella turistico balneare e quella del porto, allo scopo di individuare un equilibrio in termini di sostenibilità.

Una Relazione tecnica, di cui I Paladini, con il sostegno delle altre Associazioni, hanno incaricato il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, a cura dei

Professori Giovanni Sarti e Monica Bini con il Dottor Duccio Bertoni del Dipartimento di Scienze della Terra, in collaborazione con il Professor Stefano Pagliara del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, dal titoloValutazione dello stato delle conoscenze morfodinamiche relative al tratto di costa compreso tra il fiume Magra e Forte dei Marmi. L’erosione costiera in atto e il Rapporto con il Porto di Marina di Carrara. Cause, effetti in essere e in funzione delle opere di ampliamento previste dal Piano Regolatore e dal Rapporto Ambientale”.

Osservazioni autonome ma collegate sono state presentate da PLEF – Planet Life Economy Foundation ETS, a cui i Paladini Apuoversiliesi sono gemellati, a cura del Professor Paolo Ricotti, , economista di impresa, già docente all’Università Bicocca di Milano, ideatore e fondatore dell’Associazione, che si occupa da oltre 20 anni di Economia Sostenibile per le imprese, i territori, le comunità. La relazione, titolata Piano Regolatore del Porto di Carrara, classico caso di Green Washing” , si concentra sul Rapporto Ambientale.

Erosione costiera e porto di Carrara in ApuoVersilia sono due aspetti saldamente connessi. A detta di tutti il porto di Marina di Carrara è causa dell’erosione, come è riconosciuto anche dal Presidente dell’Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale, Mario Sommariva, che in una lettera ai Paladini Apuoversiliesi del 14 Gennaio 2022, scrive che la ha innestata. Recentemente la Regione Toscana ha riconosciuto che causa dell’erosione in Apuoversilia è il porto di Marina di Carrara,, Da rilevare anche il parere di Giuseppe Passoni, professore di Ocean and Coastal Engineering al Politecnico di Milano, secondo cui gli interventi prospettati per il porto di Carrara costituiscono un caso da manuale. L’erosione, del litorale è dovuta alla interruzione del trasporto solido causata dalla diga di sopraflutto ed é evidente che ogni ulteriore aumento della superficie dello specchio acqueo portuale peggiorerà la attuale tendenza evolutiva, amplificandone le scale. Malgrado le evidenze, nei documenti del PRP se nello Studio modellistico di Morfodinamica Costiera si accenna a una qualche responsabilità, negli altri, si attribuisce ogni responsabilità dell’erosione alle opere di difesa, unici colpevoli, come se il porto non fosse li a deviare la corsa dei sedimenti. Questo viene confutato dalle considerazioni della Relazione tecnica dell’Università di Pisa, che nella sua analisi fra gli alri lamenta l’utilizzo di dati vecchi e superati, addirittura del 2015 e 2006. E rileva che il prolungamento del molo di sopraflutto andrà a intercettare fondali a profondità ancora più elevata a danno di un eventuale passaggio di sedimenti, passando da una quota attuale di -10 m s.l.m., a una quota di -11 m s.l.m. Conn una maggiore perdita di sedimento verso il largo. Confuta poi quanto viene affermato nell’ambito delle analisi dei risultati delle simulazioni, vale a dire che il nuovo assetto portuale ridurrebbe la possibilità di deposizione di sedimenti in corrispondenza della foce del Torrente Carrione, impedendo in questo modo l’insorgenza di accumuli tipo barre di foce che in passato hanno causato problemi in quell’area.

Quanto al confronto fra le due economie, l’economia turistica dell’Apuoversilia, vale

3,5 Miliardi di Fatturato e 100.000 occupati ed è a rischio di repentina possibile decrescita nel caso l’ampliamento portasse ulteriore erosione a fronte di una Economia Del Porto che a quanto dice lo studio CCIA vale 500 Milioni e 7.000 Occupati. Questi numeri con l’ampliamento del porto potrebbero anche raddoppiare o triplicare ma non c’è proporzione.

La domanda è: l’ampliamento del porto sarebbe una scelta sostenibile nella declinazione ambientale, economica e sociale, nel caso ci fosse anche un minimo rischio di aumento dell’erosione della spiaggia? E qui sta il tema della sostenibilità e del rischio. Specie rilevando che nel PRP si parla di Green Port, di Risk-based thinking, come impongono le norme ISO 9001 e ISO 31000 che definisce il rischio come un effetto dell’incertezza sugli obiettivi, di SWOT che identifica i punti di forza (S), di debolezza (W), le opportunità (O) e le minacce (T) interne ed esterne al contesto di analisi, in grado di influenzare il piano in esame. Fra i punti di debolezza potenziali fenomeni di erosione costiera che come antidoto prevedono Studi previsionali ed azioni di mitigazione. Gli studi sull’erosione costiera ci sono e, come dice la Relazione Tecnica dell’Università di Pisa, non sono idonei a “rendere sufficientemente attendibili gli scenari proposti.” Vale a dire non sono idonei per affrontare il rischio. Pensare ad azioni di mitigazione successive, o in corso d’opera è impensabile.

Ancora il Rapporto Ambientale introduce il principio “Do Not Significant Harm” (DNSH), Il principio di "non arrecare un danno significativo e qui ritorna il tema dell’erosione costiera, perché è basilare calcolare il rischio rispetto al perimetro di impatto dell’opera, nell’interesse dell’intera comunità su cui gravita, non solo su quella immediatamente circostante. Per concludere

La Relazione Tecnica del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa dichiara che la discontinuità di qualità, quantità e distribuzione spazio-temporale dei dati di input disponibili non è idonea a rendere sufficientemente attendibili gli scenari proposti quindi c’è un rischio ambientale.

Il confronto fra le due economie Turistico Balneare e del Porto raccomanda molta attenzione perché, a fronte di un possibile sviluppo dell’economia del porto, nel caso di aumento di erosione, come evidenziato dalla relazione tecnica e senza contare i danni già provocati,

c’è un rischio economico, che diventa anche sociale per minor numero di occupati che difficilmente potrebbero essere assorbiti, vista la quantità di occupati dell’economia turistica rispetto agli occupati e occupabili dall’economia del porto.

Si innestano qui le conclusioni proprie della relazione a firma del Professor Ricotti di PLEF, per cui “Il progetto così come presentato va bocciato per l’evidente strumentalizzazione di Green Washing che caratterizza tutto il processo istruttorio. Il documento progettuale infatti nasconde e sottovaluta irresponsabilmente i reali rischi ambientali, economici e sociali che il progetto comporta e si disinteressa dei bisogni e dei timori della cittadinanza locale.”

Poste tutte le sopra elencate considerazioni e osservazioni,

I Paladini Apuoversiliesi con le Associazioni e Gruppi sopra richiamati ritengono che il PRP, anche In funzione dell’alto grado di rischio sopra menzionato, non porti garanzie e prove sufficienti per affermare che le opere previste non produrrebbero notevoli ulteriori danni alla costa in termini di erosione costiera, e potenziali problemi idrogeologici al Carrione.

Pertanto chiedono al competente Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di adottare la massima prudenza nel prosieguo della procedura di VAS del PRP, in modo che le decisioni non vadano ad aggravare, forse irrimediabilmente, l’intera situazione. 

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