Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato emesso dal Presidio permanente per la Palestina Massa.
«Nei giorni scorsi una scuola della nostra città ha partecipato a un webinar con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi Occupati: un momento di educazione civica su diritti umani e diritto internazionale.
Questa attività didattica, del tutto legittima e condivisa con molte altre scuole in tutto il Paese, è stata oggetto di strumentalizzazione politica da parte di un esponente di FdI, che l'ha messa sotto accusa parlando di un presunto 'indottrinamento' e di assenza di contraddittorio. La risposta del Ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara è stata quella di inviare subito degli ispettori.
Riteniamo che sia stato avviato un precedente pericoloso: non si tratta di tutela della pluralità, ma di un atto di controllo sull'autonomia scolastica e un segnale intimidatorio rivolto a docenti e dirigenti finalizzato a scoraggiare iniziative che affrontano temi considerati "scomodi".
La scuola, invece, ha semplicemente svolto il suo compito educativo, nel pieno delle proprie funzioni, offrendo strumenti utili a comprendere una realtà complessa e a sviluppare il pensiero critico. Queste scelte didattiche non fanno altro che ribadire la centralità dell'articolo 33 della nostra Costituzione: "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento". I nostri Padri costituenti hanno fortemente voluto che i più alti valori democratici e antifascisti fossero un saldo cardine della nuova Italia repubblicana. Difendere tali valori è per noi imprescindibile.
Questo episodio, purtroppo, non è isolato: in altre città e in altre scuole si moltiplicano pressioni e richieste di ispezioni che assomigliano sempre più a una forma di repressione e finiscono per limitare, di fatto, autonomia e libertà d'insegnamento.
Colpisce, inoltre, il palese doppio standard applicato dal Governo: poche settimane fa, a Pontremoli, si è tenuto un convegno con la partecipazione di rappresentanti e consulenti del settore tecno-militare, come Leonardo e Olitec, nel quale sono stati presentati gli investimenti nel militare come volano per lo sviluppo economico e l'occupazione. Tutto questo alla presenza di alcune scolaresche locali, senza alcun contraddittorio e senza alcuna indignazione istituzionale.
Quando nelle scuole entra la propaganda militare nessuno invoca gli ispettori; se a fare il suo ingresso è, invece, una voce critica che parla di diritti allora scattano allarmi e controlli. Due pesi e due misure che rivelano una profonda asimmetria e, questo sì, un uso strumentale del proprio ruolo politico. Si tratta di una contraddizione che va denunciata con forza.
Per questo esprimiamo piena solidarietà al personale docente, alla comunità studentesca e alle famiglie della Parini e di tutte le scuole finite nel mirino del governo. Difendere la scuola pubblica significa tutelarne l'autonomia, la libertà educativa e la possibilità di affrontare temi complessi senza paura, promuovendo la formazione del pensiero critico negli studenti e nelle studentesse.
E poiché si parla del diritto alla scuola, del diritto alla libertà di pensiero e di espressione delle proprie idee, che sono diritti universali e che non hanno appartenenza, invitiamo tutte e tutti, cittadine e cittadini, associazioni, organizzazioni politiche e sindacali, a partecipare venerdì 19 dicembre, alle ore 17, in Piazza Palma - MS -: contro censure e intimidazioni, per una scuola libera e critica».