Si è svolto mercoledì alle ore 18.00 l’incontro organizzato da Italia Nostra Apuo-lunense, dedicato al “Fortino”, ovvero la struttura circolare in pietra, presente nella pineta in via Garibaldi, a Marina di Carrara.
Come ha ricordato nell’introduzione la presidente Emanuela Biso, questo è stato il primo di una serie di incontri - che saranno di volta in volta dedicati ad un tema specifico, paesaggistico ambientale o storico-culturale - aperti ai contributi di idee, di conoscenze e di proposte da parte dei cittadini.
Hanno portato il loro interessante contributo di storici locali Pietro di Pierro e Beniamino Gemignani. Con approccio diverso e complementare, hanno fornito un inquadramento storico del “fortino”. Di Pierro, più mirato ad illustrare lo scopo e il funzionamento di questo esemplare di telegrafo ottico, ricordandone l’enorme utilità strategica in un’epoca in cui la trasmissione delle informazioni era affidata ai corrieri a cavallo. Gemignani, a partire dalla specifica collocazione geografica del “fortino”, ha sottolineato il ruolo che il nostro territorio ha da sempre occupato quale snodo e centro nevralgico, conosciuto, come tale, fin dall’antichità. Illuminanti e suggestive le spie sapientemente selezionate dalla toponomastica locale.
Mario Venutelli, già presidente da tempo della Sezione Apuo-Lunense di Italia Nostra, ha ricordato con giusto orgoglio l’impegno dell’associazione che, già più di 20 anni fa, cercò di attirare l’attenzione sul Fortino, per promuoverne salvaguardia e valorizzazione, cercando inutilmente il sostegno di stampa, Comune e Soprintendenza.
Con il supporto di cartelloni, Venutelli ha illustrato sia la trasformazione del territorio costiero dell’allora Marina di Avenza, locazione del fortino, sia la nascita del sistema di tachigrafia/telegrafia a vista ideato dall’Abate Chappe ai primi del settecento e utilizzato fino all’avvento del telegrafo Morse, motivando in modo esauriente l’importanza di “difendere” da dissonanti abusi il nostro antico manufatto, di proprietà privata, ma tutelato dalla Soprintendenza.
Ha concluso gli interventi il Prof. Riccardo Canesi, da sempre collaboratore di Italia Nostra. Il professore ha sottolineato l'importanza della salvaguardia della nostra identità culturale soprattutto realizzabile attraverso il coinvolgimento dei giovani: da qui, anche la proposta della creazione di una sorta di Museo della Marineria locale, da collocarsi ovviamente a Marina.
Diversi gli intervenuti del pubblico, numeroso, attento e qualificato. Tra questi, quelli dei presidenti di associazioni ambientaliste e storico-culturali: Bruno Giampaoli, di Italia Nostra Massa e Montignoso, e di Angelina Magnotta, dell’Archeoclub Apuo-Ligure. L’interesse che il “fortino” e la sua storia hanno suscitato nel pubblico fa sperare che l’iniziativa possa servire a sollecitarne la valorizzazione, magari, come ha suggerito nel suo intervento lo storico dell’Arte Piero Donati, come sede del “museo di sé stesso”.
Italia nostra dà appuntamento ai prossimi incontri.