"Se volete andare in pellegrinaggio nei posti dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani” scrisse Piero Calamandrei nel 1955. Ma la storia, a Massa, non è stata fatta solo dai partigiani, ma anche dai cittadini. Cittadini che hanno combattuto e resistito e che per difendere il concetto di libertà si sono fatti ammazzare dagli invasori. E’ questo quello che si è ricordato questa mattina, 6 ottobre, durante la commemorazione del 79° anniversario dell’eccidio delle Fosse del Frigido. Qui persero la vita 147 detenuti tra massesi, albanesi e libici, per mano dei nazi-fascisti.
L’ANPI, come ogni anno, ha organizzato le celebrazioni lungo Via San Leonardo in primis, celebrando una Santa Messa officiata da Don Marino Navalesi. Alla funzione religiosa sono seguite la deposizione delle corone sui Monumenti dei Caduti presenti nel lungo Frigido ed i saluti delle Autorità. Ad intervenire: la Vice Presidente della Provincia Elisabetta Sordi, il sindaco Francesco Persiani, il prefetto Guido Presa, Ludovica Battelli per la presidenza ANPI e l’assessore della Regione Toscana Alessandra Nardini.
Le autorità tutte hanno ribadito l’importanza di educare i giovani alla memoria per non perpetrare mai più gli orrori che la nostra terra ha vissuto durante la seconda guerra mondiale. In rappresentanza della cittadinanza più giovane, “l'orchestra dei fiati” del Liceo Artistico Palma che ha accompagnato le celebrazioni con tre brani tra cui l’inno di Mameli. La commemorazione si è conclusa con il corteo al monumento dell’obelisco ai caduti delle fosse del Frigido ove è stata posata la stele di Angelotti detto Conte Ciò a ricordo delle vittime della strage. Qui è stata posata l’ultima corona commemorativa.