E’ severo il giudizio del consigliere Bernardi sul reddito di cittadinanza, misura fortemente voluta dal governo 5 stelle che per il consigliere comunale carrarese sarebbe di fatto un costosissimo flop, ideato e gestito male dai pentastellati, il cui fallimento è riconosciuto anche dal governo stesso.
“Molti politici - ha spiegato Bernardi - hanno evidenziato che il reddito di cittadinanza è una misura assistenzialista pura che, per incapacità di progettazione e di gestione, si è impantanata nella fase della ricerca del lavoro. Tanto che sono già stati per così dire “licenziati” gli inutili e poveri navigator.”.
Ma passando dal piano nazionale a quello comunale, Bernardi ha messo in evidenza una linea in controtendenza: “L’assessore al Sociale Anna Galleni è stata una sostenitrice del reddito di cittadinanza tanto da difenderlo in consiglio comunale in tutto e per tutto, salvo, poi, a distanza di quasi un anno dalla pubblicazione del decreto del Ministero del Lavoro, non ottemperare alla fase due.”.
Bernardi ha accusato di inerzia la Galleni ed ha attribuito a questa immobilità la responsabilità di un grave danno sia verso i beneficiari, sia verso la città per il fatto che i progetti utili alla collettività non siano ancora partiti. Da qui i quesiti posti da Bernardi sullo stato dell’arte dell’elaborazione dei Puc da parte dell’amministrazione: “Dopo la sospensione dovuta all’emergenza Covid, cosa ha fatto l’amministrazione grillina visto che dal 17 luglio, i percettori di misure di sostegno al reddito dei comuni che avevano attivato i lavori di pubblica utilità, hanno potuto ricominciare a lavorare? I PUC che dovevano partire nel nostro comune, che fine hanno fatto? La Galleni si era presa con tranquillità i suoi tempi e finalmente ad agosto aveva pubblicato l'avviso pubblico rivolto alle associazioni che avrebbero dovuto collaborare a questi progetti. Quante associazioni e quali hanno risposto? L’ amministrazione ha proceduto a caricare la convenzione sulla piattaforma GePI ed ha attivato i patti per l’inclusione sociale e i sostegni in essa previsti, nonché la valutazione multidimensionale che eventualmente li precede (ricordando che entrambi costituiscono livelli essenziali delle prestazioni secondo la legge verificando i requisiti anagrafici dei beneficiari in particolare, di residenza e di soggiorno, nonché comunicati ad Inps? Sono in corso i controlli a campione sulla composizione del nucleo familiare, attraverso l’incrocio delle informazioni dichiarate ai fini ISEE con quelle disponibili presso gli uffici anagrafici e quelle raccolte dai servizi sociali sulla base di un piano adottato dal comune? Noi pretendiamo una risposta su questi punti perché, nonostante il fallimento del progetto in se stesso, restiamo convinti che almeno i PUC possano essere un valido strumento nelle mani dei comuni, per quanto, solo a Carrara riguarderebbero un numero nutrito di persone. Ci auguriamo presto di vedere al lavoro un esercito di persone volenterose e pronte a mettere a disposizione otto ore settimanali per sdebitarsi in qualche modo del beneficio ricevuto. L’iniziativa rappresenterebbe un'occasione di inclusione e crescita anche per i soggetti fragili seguiti dall’assessore Galleni in coerenza con le loro competenze professionali e in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti presso il servizio sociale. I progetti utili alla collettività invece dovrebbero riguardare attività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, e avrebbero dovuto essere individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità locale e da intendersi come complementari, a supporto e integrazione rispetto alle attività ordinariamente svolte dai comuni. Noi aspettiamo fiduciosi.”.