Un nostro sopralluogo sulla via che porta al Santo ci ha lasciato allibiti. Come Polo Progressista e di sinistra abbiamo sentito, in aula e sulla stampa, spendere fiumi di parole sull'importanza della montagna, sulla necessità di un recupero, sugli investimenti da fare per ripristinare le case nei paesi di montagna. Poi ci siamo accorti che sono solo parole, sono vane promesse, perchè in realtà i veri problemi degli abitanti della montagna non vengono affrontati, anzi oggi vivere in montagna comporta dei pericoli primari. Trasporti pubblici che la gara di privatizzazione ha ridotto ai minimi termini determinando enormi difficoltà per una popolazione che sta invecchiando; assenza di un servizio sanitario, e portiamo l'esempio di Forno dove manca nel paese il presidio di un medico di base; assenza di servizi pubblici che obbligano tutti gli abitanti della montagna a raggiungere sempre il centro città. C'è poi il problema del dissesto idrogeologico che in queste settimane ha rischiato di isolare le 50 persone che abitano il paese de "Il Santo". Alcune frane hanno bloccato la strada, hanno provocato un incidente che avrebbe potuto avere ben più gravi conseguenze, hanno costretto l'ennesimo intervento di emergenza che se da un lato sta permettendo la percorrenza della strada, dall'altro non risolve il problema e lascia gli abitanti a rischio isolamento e anche a rischio incolumità personale. E dire che pochi anni fa erano stati effettuati interventi di contenimento di movimenti franosi attraverso reti metalliche: oggi quelle reti metalliche sono state sradicate dalle frane e giacciono lungo i pendii, a margine della strada, bloccando il libero scorrere delle acque. Griglie otturate, canalette bordo strada ostruite, manto stradale fratturato dal cedimento di vecchi lavori che non reggono alle frane sottostanti. Lungo la strada ci sono diverse situazioni di questo tipo e il paese con i suoi abitanti rischia ogni giorno, ogni allerta meteo è momento di preoccupazione e ansia.
Come Polo Progressista e di Sinistra (M5S, Rifondazione Comunista e MCC) avevamo chiesto in sede di variazione di bilancio un maggior stanziamento per il dissesto idrogeologico, una maggiore attenzione per gli equilibri delicati della montagna, abbiamo chiesto a che punto siano gli studi sul dissesto dei versanti, abbiamo provato in tempi non sospetti a programmare, attraverso collaborazioni a livello nazionale, interventi organici per tutte le aree interne del comune. Ma siamo usciti dall'aula "X Aprile" con un nulla di fatto, con un'amministrazione e una maggioranza sorda alle nostre richieste. Oggi i nodi arrivano al pettine, dal Candia al Santo, da Forno ad Altagnana: una presa di coscienza da parte dell'amministrazione non è più rimandabile e le nostre aree interne necessitano di un intervento concreto ora, un intervento organico a 360 gradi.