Dopo sei anni è arrivata la sentenza del Tribunale delle acque di Torino sui responsabili del crollo dell’argine del Carrione che il 5 novembre 2014 causò la terribile alluvione di Marina di Carrara. I colpevoli furono i tecnici, i professionisti e le imprese scelti e nominati da Regione e Provincia.
A riferire della sentenza è stato Leonardo Buselli segretario comunale del Psi che all’epoca dell’alluvione del 2014 era capogruppo nella maggioranza del consiglio comunale che ha colto ’occasione per togliersi alcuni sassolini dalle scarpe. Buselli ha fatto notare che nessuna condanna è arrivata da un organo di giustizia dello stato ad alcuno degli amministratori della giunta Zubbani, allora in carica. Tuttavia, come ben ricorda Buselli, il giorno successivo all’alluvione tutti gli amministratori e i consiglieri di maggioranza vennero accusati e condannati, con esibizione di forche e cappi sulla pubblica piazza solo per avere chiarito le reali competenze e responsabilità per la gestione dei corsi d’acqua come il Carrione.
“Nei mesi successivi – ha ricordato Buselli - gli amministratori di allora furono bersaglio di ingiurie e minacce durante i consigli comunali alla presenza anche di esponenti dell’attuale maggioranza che assistevano imperturbabili allo scempio del diritto e della legalità, oltre che della dignità dei consiglieri e delle istituzioni. Su un’accusa totalmente infondata nei confronti dell’amministrazione di allora, come hanno ampiamente dimostrato gli atti ufficiali e la sentenza del tribunale competente, si aprì un processo celebrato sulle barricate che creò artificiosamente una frattura in città, cavalcata ed ampliata disinvoltamente fino alle elezioni del 2017. È sotto gli occhi di tutti che gli effetti delle accuse di quella specie di Tribunale Populista, insediato a poche ore dall’alluvione con i suoi spericolati accusatori, hanno influenzato l’elezione di una compagine che sta impoverendo Carrara giorno per giorno, rinunciando a pezzi di storia ed a gioielli di famiglia con una totale mancanza di partecipazione dei cittadini a scelte che pregiudicheranno il futuro della nostra comunità. È bene ricordare che il tempo è galantuomo e che le carte esaminate dai tribunali dello Stato e discusse nelle aule competenti, non sono quelle sbandierate nelle piazze dalle quali oggi sono scomparsi tribuni del popolo e pubblici ministeri improvvisati, spariti assieme a giudici e giurati arruolati sul campo dell’odio sociale. Ci sarà molto da fare per recuperare il disastro, questo dimostrabile, causato da un’amministrazione che eletta sull’onda della protesta strumentale, ha chiuso immediatamente consigli dei cittadini e centri di aggregazione, evidentemente spaventata dalla democrazia vera e partecipata che è cosa ben diversa da un blog ormai in disgrazia.”.