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Scritto da Redazione
Politica
23 Dicembre 2020

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Tutti ormai ne parlano, ma di cose ancora da chiarire ce ne sono molte. Il sindaco di Massarosa Alberto Coluccini ha ordinato la chiusura delle due strutture di accoglienza Serinper del territorio comunale: la casa famiglia "Casa Sonrisa" e il gruppo appartamento protetto "Claudio Veroni". 

Sindaco Coluccini, immaginiamo che la decisione sia stata difficile e particolarmente sofferta. Com'è arrivato a questa conclusione?

Al momento del mio insediamento a palazzo civico di queste strutture sapevo poco o niente. Man mano ho indagato sempre più a fondo e ho scoperto cose che mai avrei immaginato. Certi servizi, come quelli delle case famiglia, devono essere adeguati, quasi impeccabili, data l'importanza sociale che hanno: in caso contrario, meglio che non esistano. E le informazioni che ho raccolto e i sopralluoghi che ho fatto personalmente alle strutture mi hanno confermato la necessità di chiuderle, e così ho fatto. 

Nel verbale di chiusura inviato al comune, si legge che "al momento la struttura non presenta le caratteristiche minime per il mantenimento dei requisiti autorizzativi per carenze organizzative, assistenziali ed ambientali".

Sottoscrivo. Mi sono trovato davanti ad una situazione sconcertante. Locali trascurati e freddi, muffa sui muri, infissi rotti, la cassetta del pronto soccorso chiusa con un lucchetto e nessuno aveva le chiavi, sovraffollamento oltre i limiti di legge. Insomma, era tutto come non dovrebbe essere. Ad aggravare il contesto, le testimonianze su presunti maltrattamenti e continui disagi subiti dagli ospiti. 

Sul sito web della Serinper, si legge che la qualità del servizio viene "rilevata attraverso un costante monitoraggio delle strutture ed un accurato piano di formazione ed aggiornamento continuo di tutto il personale". Delle strutture abbiamo già parlato. Come ha trovato, invece, il personale?

Sulla professionalità non posso giudicare, ma, dal punto di vista numerico, sicuramente scarso rispetto alle necessità. 

Ma come è possibile che nessuno si sia mai accorto di una situazione tanto tragica?

Le carte e i documenti dicono tutt'altro rispetto alla realtà. La Serinper, ogni qual volta ci fossero interventi da fare, dichiarava di aver ottemperato alle mancanze segnalate. Formalmente, quindi, tutto era a posto. Solo i nostri sopralluoghi e i controlli dell'Asl hanno potuto constatare che così non era. 

Gli ospiti, però, avrebbero potuto denunciare la loro condizione.

È una questione complessa. Teniamo conto che gli ospiti di queste strutture sono spesso persone fragili, con un passato difficile alle spalle, che cercano protezione in questi ambienti. Per loro, questi percorsi sono la via di uscita ed un ultimo tentativo per tornare ad avere una vita tranquilla e reinserirsi nella società. Se anche qui trovano malessere e disagi, non possono che sentirsi ulteriormente abbandonati e rassegnati. La speranza è che nel ricollocamento in altre strutture possano trovare un contesto migliore dal quale ripartire. 

In ogni caso, è stato lei a farsi avanti e a decidere di porre fine a questo scempio. Qual era il ruolo del comune nelle attività di queste strutture?

Il comune contribuisce a pagare le rette per gli ospiti residenti sul proprio territorio. Se ad esempio un abitante di Massarosa ha bisogno di tutela e viene accolto in una struttura di Lucca, così da allontanarlo dalla propria realtà, noi siamo chiamati a prendere parte attiva nel suo mantenimento in quanto nostro concittadino. Gli edifici, invece, sono di privati e vengono presi in affitto dalla Serinper. Il comune svolge funzioni prettamente burocratiche, come rilasciare la licenza di inizio attività. Ovviamente, se i margini per avere questo permesso vengono meno, si deve agire di conseguenza, come successo in questo caso. 

Le colpe sono tante e di tanti, ma sicuramente non dell'attuale amministrazione, visto che la Serinper è attiva nel vostro comune dal 2011 e l'insediamento della sua giunta risale ad un anno fa.

Le precedenti amministrazioni sembra che abbiano sottovalutato il problema. O meglio, adesso tentano di giustificarsi. Durante un recente consiglio comunale, la consigliera di minoranza Simona Barsotti, allora assessore al sociale, ha dichiarato che durante le giunte Mungai venivano periodicamente effettuati controlli e non erano stati riscontrati problemi nelle strutture. Ma una cosa è sicura: questa situazione va avanti da molto tempo, e non è certamente degenerata da poco. 

Che idea si è fatto di tutti questi disservizi?

Il costo per ogni singolo ospite non è certamente basso. A questo punto mi viene da pensare che sia più un business che un servizio di tutela e accoglienza. La cosa grave ed aberrante è che tutto questo viene fatto sulla pelle delle persone più fragili. Non è più tollerabile. 

La Serinper ha diverse dislocazioni sparse per la Toscana, specialmente a Massa e Montignoso. Lì la situazione è altrettanto drammatica?

Sono in contatto con la Asl Nord-Ovest e con i sindaci dei comuni interessati. Ho riferito loro le motivazioni della chiusura. Starà a loro fare le opportune verifiche e spero che prendano le decisioni più giuste. Ho, inoltre, preso i contatti con un nostro concittadino ospite nel gruppo appartamento di Montignoso. Mi ha riferito che, anche lì, di problemi ce ne sono eccome. Staremo a vedere, ma penso che non rimarrò isolato nella mia decisione di chiudere queste strutture.

Foto Alfredo Scorza 

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