Ha avuto contatti stretti con gli ospiti delle strutture gestite da Casa Betania, compreso il Cas nel quale è stato scoperto il focolaio di Covid, e poi con gli altri operatori e con i volontari ma non sarebbe stato sottoposto ad alcun tipo di controllo sanitario per accertare un eventuale contagio. A riferirlo è il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che ha aggiunto che l’uomo è in preda a paura e disperazione ed ha venbtiulato la possibilità che nella sua stessa condizione vi siano anche altri operatori.
“Per queste motivazioni – ha detto Bernardi - ritengo inaffidabile e pericolosa la presenza sul territorio della cooperativa Casa Betania che gestisce ed ha gestito negli anni parecchie attività che mirano soprattutto ai rom, agli extracomunitari e ai senza tetto. Attività che si inseriscono molto bene nel mondo del volontariato, ma soprattutto che prevedono progetti dove circolano milioni di euro . Tutti soldi sicuri perché erogati o dalla Regione o dallo stato, tanto che nel 2019 per una sola attività , hanno incassato un milione e 200 mila euro .”. Bernardi ha puntato il dito contro Sara Vatteroni che insieme al marito Bruno Lazzoni da oltre trent’anni si occupa di accoglienza ed ha fondato la onlus Casa Betania: “La Vatteroni può vantare un lungo e degno curriculum cosparso di soldi per la sua “ missione sociale” che pare sia iniziata con 600 milioni delle vecchie lire per un progetto sul campo Rom del Lavello, finanziato dalla Regione Toscana, che fallì miseramente nel giro di pochi mesi . Altro fiore all’occhiello è stata la scellerata partitella dai Gesuiti dei ragazzi nigeriani in pieno lockdown, mentre i gestori stavano sanificando la struttura dell'ex Hotel Dora. Non possiamo tralasciare l'ultimo “scandalo” dell’immobile inagibile messo a disposizione per il progetto ”Housing First “ finanziato dall’amministrazione 5 Stelle per 263 mila euro. Nel bando pubblico, affidato a Casa Betania dall'assessorato al sociale, la cooperativa doveva trovare tre immobili per ospitare i senza tetto, ma trascorso un anno il progetto è fermo al palo. Di ieri la pessima notizia del focolaio dei 21 nigeriani presenti nella struttura di via Spondarella di Bonascola, per il quale c’è da sperare che il contagio sia stato preso in tempo, anche se pare che i migranti fossero spesso spostati anche nelle altre strutture gestite da Casa Betania a Carrara , come per esempio quella di via Codena. Al momento non si conoscono i risultati di eventuali altri test effettuati in altre strutture e nemmeno se i gestori abbiano comunicato tutti i nominativi degli operatori con contratto e dei volontari che prestano la loro opera gratuitamente come per esempio per le lezioni di italiano. Considerato il quadro illustrato non credo di essere l'unico in città a pensare che il sindaco De Pasquale, responsabile della sanità pubblica ed il nuovo Prefetto, dal momento che è la Prefettura che gestisce gli appalti e le convenzioni per l'accoglienza dei migranti, debbano ognuno per le proprie competenze, mettere sotto controllo e vigilare tutte le attività che i “due coniugi” gestiscono a livello comunale. Purtroppo sta succedendo quello che si sperava non accadesse, ma che avevamo a più riprese paventato potesse essere un grave pericolo: cittadini stranieri rappresentano al momento focolai registrati in tutte le regioni italiane dalla fine del lockdown, con decine di positivi e numeri che possono ancora crescere. In questa situazione già preoccupante si verificano poi vere e proprie gravissime illegalità con positivi asintomatici che circolano liberamente e si rendono magari irreperibili ai controlli oppure controlli da parte dell’ Asl che magari non vengono effettuati. In relazione alla preoccupazione del diffondersi del fenomeno di persone straniere infette in città, in quanto è chiaro che non vengono rispettate le norme di sicurezza , il sindaco e il Prefetto dovrebbero essere a conoscenza che questi soggetti per sportarsi adoperano soprattutto i mezzi di trasporto pubblico e mi chiedo come mai non si provveda immediatamente al controllo e, se necessario, al fermo di queste persone per poter effettuare i test utilizzando le leggi vigenti . Peraltro esiste un Piano di Sanità Pubblica che va fatto rispettare ad ogni costo nell'interesse delle stesse persone infette e dell'intera comunità civile, perché se c'è un modo per far tornare Covid-19 è proprio quello di permettere ai positivi di girare indisturbati, mentre vanno fermati ed curati in tempo .”.