“L'amministrazione comunale, con la messa in vendita (al prezzo di un appartamento) della parte pubblica dell'ex palazzo Cat, prosegue l'annientamento controllato del patrimonio immobiliare e storico del territorio: un'altra porzione era già stata conferita dal sindaco Segnanini al Cat, e di recente è stata acquistata all'asta da un privato”: è la dichiarazione di Cesare Micheloni. “Il comune, possessore di circa metà dell'immobile, al fine di rientrare in possesso dell'intero stabile, avrebbe dovuto partecipare diligentemente alla vendita all'incanto; invece, in direzione ostinata e contraria a ogni logica e ragione, ha compiuto un deprecabile gesto che in un colpo solo ha generato due gravi ed irreparabili storture: la rinuncia alla possibilità di partecipare all'asta e la conseguente alienazione del bene di sua proprietà- prosegue Micheloni- Ancora una volta i presunti e prevalenti interessi pubblici (quali?) hanno avuto la meglio sui reali fabbisogni della comunità”.
Il palazzo ex Cat è stato per anni il cuore pulsante di Avenza: oggi, a causa del suo stato di abbandono e fatiscenza, ha subito un deprezzamento di oltre la metà del suo valore. “Il lascito testamentario dello scultore avenzino Carlo Finelli prevedeva che i beni donati alla collettività venissero impiegati allo scopo di mantenere la scuola di leggere, scrivere e dottrina cristiana per i poveri fanciulli di Avenza. Purtroppo, il lascito solo in piccola parte è stato usato per tali finalità- commenta ancora Micheloni- Quindi, l'esecutore testamentario (il comune), in memoria del celebre scultore e nel rispetto delle sue volontà, deve necessariamente impiegare il ricavato della vendita per la ristrutturazione della sala Amendola”.