Un videocitofono per controllare gli accessi è stato installato in questi giorni sulla porta dell’ufficio del vicesindaco e assessore a sanità, sociale e politiche abitative Roberta Crudeli. A segnalare la cosa è il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che spiega: “Prima la porta dell’ufficio comunale del vicesindaco era accessibile a tutti e da oggi invece sarà controllato l’accesso delle persone. Abbiamo appreso con stupore che, il vicesindaco Crudeli che, assieme al sindaco Serena Arrighi, aveva puntato tutta la politica sul dialogo e la partecipazione, si sia barricata nel suo ufficio facendo installare un videocitofono alla sua porta, evidentemente per evitare intrusioni da parte di persone che vanno a chiederle aiuto. Eppure l’attuale amministrazione sosteneva, in altri tempi, cioè in campagna elettorale, che casa , sanità e sociale sarebbero state al centro delle attenzioni della giunta, ma forse era solo propaganda politica. Ci domandiamo, quindi, se il vicesindaco sia stato minacciato o insultato o perseguitato da qualcuno per giustificare tale scelta e domandiamo anche quanto sia costata l’installazione del videocitofono affidata a una ditta esterna. Ma soprattutto vorremmo sapere se il sindaco concorda sulla pratica di fare una selezione preventiva al videocitofono delle persone ben accette e quelle da scartare. Riteniamo che l’accaduto sia un fatto estremamente grave perchè oltre a ledere i diritti degli ultimi, dei più poveri e dei più bisognosi, li offende. È un episodio semplicemente imbarazzante che, anche in caso di sicurezza, non trova giustificazioni sostenibili. Tra l’altro, oltre all’uso che se ne può fare di un videocitofono, solo l’averlo istallato vuole essere un segnale di chiusura nel rapporto che l’amministrazione intende instaurare con i cittadini. Il vicesindaco ha di colpo cancellato il valore funzionale del Servizio Sociale del comune che rappresenta spesso l’interfaccia con le altre istituzioni del territorio, e come tale deve essere accessibile e senza barriere, non solo architettoniche, ma anche comunicative. Sembra tutto surreale, ma, purtroppo, è assolutamente vero. Nell’ottica di rifiutare un percorso di dialogo aperto e costruttivo con gli utenti , infatti la Crudeli, si è volutamente chiusa dietro il suo ruolo politico, tra le pareti sicure di un edificio pubblico, ed ha deciso di non essere più a disposizione per far funzionare al meglio uno dei servizi più delicati della macchina pubblica. In realtà, la sua porta dovrebbe essere sempre aperta e lei essere a disposizione dei cittadini, per ascoltare le loro problematiche, difficoltà, proposte e suggerimenti. È indubbio che gli utenti dei servizi sociali e delle politiche della casa abbiano atteggiamenti a volte inadeguati rispetto alle loro esigenze e, spesso, non riescono ad esercitare nel modo dovuto il loro disagio, ma l’assessore di riferimento, invece di controllare chi suona alla sua porta e decidere chi far entrare e chi no, dovrebbe ricevere tutti ed essere di accompagnamento e di supporto perché queste persone meritano ben altro e non una triste e desolante porta videosorvegliata. Per cui dopo questo gesto insano sono necessari, e non più rinviabili, interventi correttivi per sostenere l’intero sistema dei servizi sociali anche perché si può ipotizzare che la Crudeli, per tutelare sé stessa, arrivi a presentarsi in comune con un body-gard”.