La segnalazione fatta dal Polo progressista e di sinistra di Massa relativa all’annuncio dell’aumento della Tari, in contemporanea e in apparente antitesi con l’evento “Rifiutati” voluto da Cermec, ha aperto la strada all’analisi di Pierlio Baratta che ha messo in evidenza le distorsioni, più o meno consapevoli insite nel messaggio politico: “Quello relativo a Tari in aumento e evento Rifiutati del Cermec appare come un simpatico intervento congiunto di formazioni politiche che non conoscono o, ancor peggio, fanno finta di non conoscere, chi determina le politiche da loro criticate. Una critica a se stessi, facendo intendere al lettore che la colpa dell’aumento della Tari sia sempre di qualcun altro, con, sottotraccia il monito: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”.
Facciamo un po’ d’ordine per amor di verità e per evitare confusione e strumentalizzazioni: partiamo dall’inizio, cioè da chi sceglie gli amministratori di Cermec e delle partecipate dei rifiuti. Il comune di Carrara ha la maggioranza di Cermec ed il pieno controllo di Nausicaa, oggi Retiambiente Carrara, quindi, tutti ciò che riguarda Cermec e Reti ambiente dipende, nel bene e nel male, dalle scelte di Carrara. Il comune di Massa ha la minoranza in Cermec ed ha il controllo pieno di Asmiu, quindi tutto ciò che riguarda Asmiu dipende nel bene e nel male da Massa. E’ quindi evidente a chi devono essere rivolte le critiche del sodalizio. Tuttavia c’è anche di più: chi contesta l’aumento della Tari dimentica, ignora o fa finta di ignorare, il sistema tariffario e questo è ancor peggio per chi vorrebbe insegnare le regole del cosiddetto buon governo. Spieghiamolo in poche parole: il sistema tariffario MTR( Metodo Tariffario Rifiuti) da cui deriva la Tari è un sistema proposto da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Cosa è ARERA e chi la governa? ARERA è un'autorità amministrativa indipendente che regola e controlla i settori dell'energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore in Italia. Il presidente è un illustre fisico, già membro del CNR nominato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sin qui tutto chiaro: il metodo su cui si calcolano le tariffe è un metodo finanziario bastato su formule matematiche che contemplano i costi del sevizio di raccolta (Asmiu -Retiambiente) e smaltimento (Cermec ed altri player sparsi nel perimetro dell’Ato Costa). E qui compare il primo indizio che porterà a svelare il dettaglio dietro il quale spesso si annida il bluff: Ato Costa è, per chi non lo sapesse, un autorità voluta da chi ha sempre governato la Toscana e che l’ha parcellizata in tanti piccoli ambiti, che loro chiamano ottimali (sanità, acqua, rifiuti, energia) . Ato Costa è un soggetto di diritto pubblico che ha enormi poteri, tra i quali quelli di approvare le tariffe che comuni e società partecipate elaborano secondo il modello MTR, in base al principio dei cosiddetti costi efficienti. Quindi, chi ha creato tutto questo meccanismo è ora noto, così come lo sarà, a breve, l’ inganno che porta il cittadino a pagare un costo inutile quanto dannoso, che si traduce in un enorme travaso di ricchezza dal territorio a favore di altri territori (per questo capitolo e per i dettagli tecnico finanziati mi riserverò, se ce ne fosse il bisogno, di argomentare in un’altra occasione). Orbene il costo inutile si chiama capex. Cosa è questa parolina misteriosa che tanto pesa sulle t(a)rUffe? Il capex, o costo finanziario dell’investimento, rappresenta le spese sostenute per l'acquisizione o il miglioramento di beni strumentali, come impianti, macchinari e infrastrutture. Nel contesto del metodo tariffario, il capex viene considerato per la determinazione della tariffa, attraverso la sua ammortizzazione nel tempo e la remunerazione del capitale investito.
Il prezzo della remunerazione del capitale ha una logica nei modelli economici di mercato, nei quali le società devono riconoscere un adeguata remunerazione agli azionisti o agli altri finanziatori. Chi sono costoro? Sono i comuni ed i loro cittadini. E perché, quindi, riconoscere ad un modello a partecipazione pubblica il costo del capitale di terzi? Domanda retorica che rivolgo agli autori della segnalazione su Tari e Cermec, così che possano spiegare ai cittadini come il diavolo si annidi dietro ai dettagli”.